A fior di suoni
Siamo stati prigionieri
Di un destino chiuso
E ad angolo ottuso,
Come la primavera
Della tua strana sera,
Quando l’anima hai preso
E non ti sei mai arreso
Alle pretese del vento
Che diventano spavento.
Ti racchiudi nelle ombre,
Statue sommerse e
Assai complesse.
Nel mare dei miei ricordi stravaganti
Ho visto i tuoi istanti contrastanti.
Rubavi la luna e la infilavi
Sotto le ascelle,
E , come le damigelle,
Ti nascondevi dietro la maestra …
Funesta la festa
Che hai celebrato in mio onore.
Che malumore!
Apatica situazione,
Arrivata alla disperazione!
Siamo stati prigionieri
Dei nostri pensieri.
La luna tutta controversa,
S’illuminava di
nascosto,
Per dare la risposta perversa
All’assoluto!
Così , abbandonati ai nostri ricordi,
Rimaniamo istanti stravaganti
Nel mare di idee ininterrotte,
E appena prodotte
Dal maestro della vita,
Sua Eccellenza Infinita.
Ci troviamo in riva al mare,
Due corpi da abbracciare,
La morte disperata e la marea allontanata.
Siamo ritornati passeggeri
In questa festa,
Celebrata in nostro onore
Dalla maestra funesta.
Gli occhi nostri illuminati di nascosto
Si perdono nelle lontananze
Di tante circostanze.
Domani, amore, è un altro giorno
Da baciare ed ammirare.
La primavera e questa strana sera
Con un profumo delicato …
Mi sto addormentando
Nelle braccia della maestra,
E lascio a te, mio re,
Il compito di sorvegliare
I miei ricordi,
Prigionieri dei tuoi pensieri.
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