Contrariamente a quanto accaduto negli scorsi articoli, oggi voglio dedicare il mio pensiero alla lirica di Paul Verlaine.
Uno dei poeti “maledetti”, insieme a Rimbaud e Mallarmé, Verlaine ha saputo mettere in risalto l’angoscia esistenziale e la malinconia. Sono stata molto combattuta dall’idea di occuparmi di una voce rappresentativa della lirica dell’Ottocento.
Avrei potuto puntare su Rimbaud o su Baudelaire però il fascino che esercita su di me la lirica di Verlaine è indiscusso.
Nelle sue poesie, l’angoscia esistenziale , la ricerca dell’anima, l’autunno come stagione che predispone l’individuo alla perdizione, la solitudine dell’essere di fronte alla morte, sono dei temi centrali trattati con una sorta di amore e di odio. Il poeta si tuffa nelle viscere della malinconia, fa a pugni con la tristezza, prova a dare una spiegazione al suo malessere.
Nella poesia “Melancholia”…” Tout enfant , j’allais rêvant Ko-Hinnor,/Somptuosité persane et papale…”…in questi versi l’io del poeta si tuffa nei ricordi ed il passato porta in superficie la malinconia ed il malessere. “Souvenir, souvenir, que me veux-tu?”
(Ricordo, ricordo cosa mai vorrai da me?).
La domanda posta in chiave retorica mostra l’irrequietezza dell’anima del poeta. Nella poesia “Cauchemar”, Verlaine deve confondersi con il sogno per poter entrare in contatto con il proprio io. “ J’ai vu passer dans mon rêve /Tel l’ouragan sur la grève…” Anche nella poesia “Marine”, Verlaine assiste allo scatenarsi della natura. Le onde inferocite e convulse sbattono contro la scogliera in un tormento che è uguale al tormento del poeta .” L’océan sonore/Palpite sous l’oeil/ De la lune en deuil/ Et palpite encore…” La palpitazione diventa battito ed il battito si trasforma in tumulto. L’occhio vigile del poeta sorprende l’irrequietezza della natura che in un modo o nell’altro diventa parte integrante dell’intera atmosfera.
La notte, l’autunno, la malinconia sono temi che Baudelaire aveva già usato nei suoi componimenti poetici. Verlaine ha nutrito una profonda ammirazione per Baudelaire e allo stesso tempo è stato influenzato dalle diverse problematiche affrontate dal Simbolismo. Forse in maniera più eclatante , nei suoi versi risaltano l’angoscia esistenziale e la crisi dell’essere umano di fronte alla consapevolezza e di fronte all’effimerità della vita. I tramonti, le passeggiate sentimentali ,le serenate sono degli elementi che vengono utilizzati nei suoi “Poèmes saturniens”.
Le poesie del secondo volume intitolato “Fêtes galantes” sono forse le poesie più conosciute del noto poeta. E’ un richiamo del Romanticismo con la lirica “Claire de lune” o la lirica “À la promenade”. “ Le ciel si pâle et les arbres si grêles/ Semblent sourire à nos costumes clairs…” Il mondo diventa triste , il cielo di un pallore irriconoscibile ; la vita sembra sempre in bilico . E’ il richiamo della memoria , dei ricordi passati.
Le poesie di “Fêtes galantes” hanno dei personaggi quasi consapevoli del ruolo che devono svolgere ma allo stesso tempo sottomessi accettano le imposizioni dettate dal mondo esterno . La consapevolezza è da ricercare anche negli eventi politico-sociali e culturali che hanno caratterizzato la Francia dell’ Ottocento. E’ un periodo di grande fermento e Verlaine in modo contrastante partecipa alla vita sociale della Parigi dei suoi tempi.
Con “La bonne chanson”, Verlaine canta l’amore, il corteggiamento, la sofferenza e la gioia di una vita alla ricerca di sicurezze affettive. E’ una lirica più articolata, più intensa …”le soleil du matin doucement chauffe et dore”…Ci ritroviamo di fronte al sole che riscalda coi suoi raggi l’intero mondo. Non è più il tormento dell’anima ma un apparente calma prima della tempesta finale …”La dure épreuve va finir/Mon coeur , souris à l’avenir”…(La dura prova finirà/Cuor mio al futuro sorriderà…)
L’ultimo volume sul quale mi soffermo è “Romances sans paroles”. Verlaine nel periodo della creazione di quest’opera è segnato dalla breve ma intensa relazione con Rimbaud. I due intrecciano un rapporto che va all’insegna della “sregolatezza di tutti i sensi”.
Rimbaud e Verlaine sperimentano l’ebbrezza e la perdizione.
I versi di Verlaine accentuano ancor di più la vena malinconica del poeta. Le emozioni ed il vissuto vengono esasperati con l’ausilio di un linguaggio ed una musicalità tipiche di Verlaine.
“Il pleure dans mon coeur/Comme il pleut sur la ville/Quelle est cette langueur/Qui pénètre mon coeur?”.Il pianto del cuore viene associato alla pioggia che scende sulla città; il languore che penetra il cuore del poeta sembra eterno. Niente e nessuno potranno mai colmare il vuoto dell’anima del poeta.
Verlaine è un poeta che adoro e che approfondirei altre mille volte!