sabato 31 dicembre 2016

Auguri di un Buon 2017 a tutti i miei lettori. Per chi volesse leggere il mio ebook, il romanzo si può scaricare gratuitamente da Amazon ed altri stores online. La storia d'amore di Lucia e Niccolò vi aspetta.

"Lucia e Niccolò decisero di organizzare le loro nozze. Perciò stabilirono di coinvolgere anche la madre di Lucia. Inizialmente i due futuri sposi avevano pensato di celebrare il loro matrimonio in Sicilia ma la distanza ed i tempi per la programmazione avevano allontanato questo sogno dalla loro testa. Dopo avere ritrovato sua madre Lucia era molto presa con le sue campagne di marketing. Sophie la aiutava a concentrarsi sul suo futuro ma allo stesso tempo l’aiutava a ritagliarsi anche degli spazi per sé e Niccolò. Novembre e dicembre furono un’esplosione di nuovi accorgimenti, di nuove consapevolezze, di nuove esperienze. A Lucia fu proposto di organizzare una mostra di pittura anche in Canada, le sue tele a olio riscuotevano un successo dopo l’altro. Con Niccolò ebbe il tempo di girare tutta New York. Le loro passeggiate erano piene di romanticismo, di tanto amore e molta serenità. Nel periodo natalizio Sophie e Michael ebbero l’idea di invitare i loro amici più cari a trascorrere insieme il giorno di Natale. Fu commovente vedere Sophie, raggiante più che mai col suo pancino, accettare e ricevere le coccole di tutti. Alla Ophelia’s Taste era ricominciato un periodo d’oro. Il cambio d’immagine, il nuovo marchio, la nuova campagna pubblicitaria avevano dato un nuovo slancio alle vendite dei prodotti italiani. Lucia, con il suo quadro vincente, aveva conquistato il cuore e gli occhi di molti clienti della catena di supermercati. Il suo sorriso e lo sguardo angelico erano considerati un punto di forza della rinascita del marchio." Da IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA

martedì 27 dicembre 2016

No need to show her tears...No need to show her fears...No need to cry...No need to try...No need to impress...No need to confess...No need to look for glory...It's just her simple story...No need to show her love...No need to show her feelings... No need to show her pain...No need to stay in the rain of her thoughts...No need to show her sorrow...She's just afraid of her tomorrow...IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA is a sentimental novel and it's available for a free download on Amazon and other stores online. A story of love and pain, a story full of nostalgia...

"Tonalità di viola: orchidea, magenta, lavanda, fucsia, lavanda rosa, lavanda rosata, indaco, violetta, violetta melanzana, melanzana, sangria, rosso violaceo, ciliegia, rosa vivo, ametista, lilla malva, glicine. Colore freddo, secondario, ottenuto dal miscuglio del magenta col ciano. Il viola porta in superficie i pensieri fragili, deboli. É il colore che intende e pretende. Il viola porta sulle ali della fantasia. Sblocca la fantasia, dona carica sessuale. Il viola è irrequieto ,è un colore seducente. Il viola si lascia trasformare ed influenzare. Vorrebbe essere sempre un colore autonomo, ma colui che ama il viola è molto suscettibile e mai fermo sulle decisioni prese. É un colore di transito. Lucia dopo tante ore di insonnia si allontanò dalla sua stanza. Andò nel dormitorio, vide che i bambini dormivano nei loro piccoli letti sereni e beati. Già le prime luci dell’alba spuntavano nel cielo infinito. Ebbe un sospiro di sollievo mentre pensava all’ultima chiamata ricevuta dal suo Niccolò. Aveva manifestato una dolcezza fuori dal comune, in modo da farle respirare una freschezza irriproducibile a parole." DA IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA BY MIHAELA CIOCODEICA

lunedì 26 dicembre 2016

IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA...una storia d'amore e di dolore. Catania e New York...L'Etna ed il fiume Hudson...colori ed emozioni... stati d'animo intensi e dolorosi...gelosie e sentimenti...inganni e verità...dolcezza e passione. Il romanzo si può scaricare gratuitamente da Amazon ed altri stores online.

"Tonalità di blu: blu alice, acquamarina, ciano, blu polvere, blu chiaro, celeste, blu fiordaliso, blu scuro, lavanda, azzurro, blu acciaio, ceruleo, blu Savoia, denim, blu reale, cobalto, blu di Persia, blu Pavone, blu notte, blu di Prussia, blu oltremare, blu marino, zaffiro, acqua blu cadetto, blu elettrico… Colore freddo, mette irrequietezza ma può simboleggiare anche la serenità quando le sue sfumature sono tenui. Il blu porta con sé la nostalgia, infonde malinconia. Il mare blu, la notte blu, occhi blu, infinito blu, cielo blu…sangue blu, feeling blue…nostalgia. Lucia si era appena svegliata. I suoi capelli erano ancora arruffati, il trucco ancora presente sul suo viso. Erano le otto e mezza. Doveva alzarsi, prepararsi, la mattina era appena iniziata. Alzò lo sguardo e si vide nello specchio. Era stanca perché avevano fatto le ore piccole. Si erano ritirati alle tre del mattino." Da IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA https://www.amazon.it/ritratto-segreto-dellanima-Mihaela-Ciocodeica-ebook/dp/B0148363UA

mercoledì 14 dicembre 2016

I colori e i sentimenti in un intreccio unico di emozioni e sensazioni...IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA si può scaricare gratuitamente da Amazon ed altri stores online

"Tonalità di grigio: grigio ardesia, grigio ardesia chiaro, grigio ardesia scuro, grigio asparago, grigio tè verde, platino, argento, grigio fegato, grigio talpa, grigio rosso chiaro. Il grigio non è nero né bianco; è il punto d’equilibrio tra il nero ed il bianco, tra le le due estremità. Il grigio è una zona intermedia che non suscita e non preclude, è un colore che non regala emozioni, è solo un cono d’ombra. Il grigio indica la chiusura, l’auto protezione. Il colore grigio non trasmette ardore, passione, saggezza, vitalità. Le tonalità di grigio sono amate da chi ama aspettare e vuole prendere tempo. Non è il colore dell’impulso, ma della mancanza di emozioni. Il grigio non accoglie ma rifiuta. Il grigio non stimola, ma allontana. Il grigio non dà e non riceve. Ancora l’orologio puntava le otto del mattino, quando Michael Conti si vestì. Quella mattina era un po' grigia. Il cielo sembrava di piombo e le nuvole erano basse. Aveva cominciato a piovere, ma era una pioggia autunnale. Faceva freddo, anche se, secondo il calendario, era ancora estate. Le temperature erano scese bruscamente ed il vento soffiava con una certa intensità. Nonostante il cattivo tempo, Michael voleva cominciare la sua ricerca. Era convinto di venire a conoscenza di qualche episodio che si sarebbe potuto rivelare fondamentale per la sua indagine." Da IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA By MIHAELA CIOCODEICA

sabato 10 dicembre 2016

Niccolò e Lucia...una storia d'amore e di dolore. IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA si può scaricare gratuitamente da Amazon e altri stores online.

"Tonalità di rosso: bordeaux, granata, borgogna, carminio, sangria, amaranto, mattone, rosso cardinale, rosso veneziano, rosso di Persia, terra cotta, castagno, ciliegia, rosso corallo, rosso melograno, scarlatto, vermiglione, cremisi, ruggine, rosso corsa, porpora, rosa vivo, fucsia, rosa shocking, magenta, rosa scuro, rosa incarnato, prugna, malva ecc. Colore vivo, caldo, intenso, accende la passione, riscalda l’anima. Rosso come il fuoco che brucia dentro il cuore, rosso intenso per le labbra da baciare, rosso vivo per coronare un amore passionale, rosso caldo ed invitante per ammaliare, desiderare, istinto di scappare. Erano trascorse due settimane da quando Lucrezia era arrivata a casa. Gli ultimi giorni di agosto avevano portato delle temperature fuori stagione, i temporali estivi si erano fatti sentire, tutti i bambini erano tornati ed il personale era al completo. Lucia aveva poco tempo da dedicare alle sue passeggiate mattutine. Con il rientro dei bambini, il suo lavoro aveva un carico doppio. Non poteva concentrarsi solo sui piccoli, doveva seguire durante la giornata tutti gli ospiti de Il Nido della Felicità. Aveva imparato durante gli anni ad assecondare le passioni dei bambini più grandi dando loro la possibilità di esercitarsi nell’arte della scrittura e della lettura." Da IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA

sabato 3 dicembre 2016

And yet she knew that the colors of her life would change intensity. And yet she knew that her mom was waiting for her. And yet she knew that she was going to leave Sicily. And yet she knew that she was going to reach New York. And yet she knew that everything was going to change. And yet she knew that somehow her lover would be waiting for her,and yet she knew that destiny would give her another chance...the chance to be happy...the chance to feel satisfied with her new life.IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA is a sentimental novel and it's available for a free download on Amazon.

"Lucia era diventata consapevole del suo ruolo all’interno di quella casa famiglia, capendo che niente e nessuno era la sua vera famiglia. Solo che nella sua consapevolezza aveva intravisto degli spiragli di luce. Erano le sue emozioni ed i sentimenti che provava per Niccolò, Serena e Melania. Poi provava un’ immensa tenerezza per i piccoli de Il Nido della Felicità. Poi il buio dell’opacità che regnava attorno a Lucrezia e alla sua famiglia la scosse. Meno male che lei non amava le sfumature opache. Le allontanava sempre con la sua pittura. Anche Serena era diventata consapevole del suo ruolo di amante, di donna in seconda fila sempre pronta ad aspettare un eventuale ruolo di primo piano. Solo che, in questo caso, la consapevolezza era amara, sapeva di marcio e di scuro. Era una consapevolezza che faceva male, distruggeva tutto attorno. Poi c’era anche la consapevolezza della vanità. Tutti gli Elia D’Avola erano diventati consapevoli della loro vanità. Lucrezia, nella vana speranza di inseguire un uomo sposato, aveva dato il via libera alla sua prepotenza, al suo egocentrismo e alla sua crudeltà. Poi c’erano Valeria e Giovanni tanto venduti ai soldi, che la consapevolezza della loro vanità sapeva di puzza di bruciato. Era un odore persistente, che incuteva paura. Dall’altra parte del mondo, Sophie Moore era consapevole della sua libertà. Era un’emozione nuova, alla quale si doveva abituare. Era quel profumo che sapeva di frenesia, di ottimismo e di nuove sfide da affrontare. La sua era una consapevolezza liberatoria." Da IL RITRATTO SEGRETO DELL'ANIMA

lunedì 28 novembre 2016

Oggi vi propongo le ultime pagine del mio racconto Riflesso di me

"E’ trascorso un bel po’ prima di decidermi ad aggiornare il mio stato d’animo. Sono quasi tre mesi che faccio avanti e indietro con Marcelo. Due mesi fa sono tornata a Milano, accompagnata dal mio uomo. Abbiamo preso parte alla premiazione del concorso indetto dall’ Istituto Francese di Milano. Con grande gioia ho scoperto che la mia versione di” Germinal” era in lizza per il grande premio. Il trofeo è andato ad una difficile però sorprendente traduzione di un romanzo di André Gide; il mio si è classificato comunque secondo. La mia versione del romanzo di Zola ha destato interesse e dibattito; molti giudici apprezzavano la mia impronta narrativa, altri erano in contrasto con la scelta dell’apparato lessicale. Insomma, un vero successo per me. Marcelo guardava il mio trionfo e con grande gioia ebbe la sorpresa di vedermi salire sul palco dei premiati. Sempre in quell’occasione ho avuto la notizia che Mirko era finito agli arresti domiciliari. La mia casa era come l’avevo lasciata però non la sentivo più casa mia. Un mese dopo la premiazione sono venuta a sapere che la mia traduzione ha destato l’interesse di un colosso editoriale italiano che voleva a tutti i costi accaparrarsi l’esclusiva sul testo da me ideato. Ho firmato il contratto sotto l’attenta vigilanza di Marcelo. Adesso torno di nuovo a me e Marcelo. Abbiamo deciso di mettere radici in un posto unico, di stabilire la nostra residenza a Parigi. Parigi è il nostro primo amore, la nostra prima esperienza all’estero, tutto da soli. E dai nostri racconti ci rendiamo conto che ci accomuna la voglia di rimanere e mettere radici. Io Parigi la conosco dai tempi della mia borsa di studio Erasmus. Marcelo altrettanto. Dobbiamo scegliere una mansarda da dove poter scorgere la Senna e la Tour Eiffel. O la Notre Dame, L’Ile De La Cité, La Basilique du Sacré Coeur. Un piccolo nido dove dare un senso alla nostra vita. Un nido per stare e godere del nostro amore e della nostra tranquillità. Marcelo vuole anche lui rimanere ancorato in un solo posto, perciò ha inoltrato domanda di lavoro presso la R. Publishing House, divisione francese. La sua richiesta di cambiare sede è accettata. Stiamo progettando il nostro matrimonio. E il mio volto è sempre più rilassato. Sono felice che durante i nostri spostamenti a Madrid sono riuscita a conoscere la famiglia di Marcelo. I Duarte sono persone perbene, molto legati tra di loro. La mamma ed il papà di Marcelo mi hanno accolta con molto rispetto. Anch’io mi sono mostrata rispettosa nei loro confronti. Il fratello di Marcelo è una persona amabile; si è subito aperto con me. E’ una persona affettuosa e gentile. Tutto all’incontrario della mia famiglia. E così da due settimane siamo entrati nel nuovo anno ed ho dei propositi ben precisi da portare avanti. Voglio il matrimonio, un figlio, e magari un buon lavoro. “Volentieri!” mi risponde mentre gli rammento i miei desideri. Non rinuncio alla mia femminilità, però ho rinunciato al botulino, al troppo trucco sul viso. Non mi metto più così attillata. Preferisco la comodità elegante. Attiro ugualmente gli sguardi, il fondoschiena è rimasto sodo come prima, il seno non ha perso il suo fascino, so di aver superato il mio standard di donna snob. L’inverno a Parigi come a Milano o a Madrid. Niente di più o di meno. Solo che grazie ai nostri allenamenti, Marcelo ed io diventeremo genitori. Dopo un’intensa attività ginnica, stamani ho fatto il test di gravidanza ed è risultato positivo. Sono al settimo cielo e chiamo il mio amore. Gli comunico l’esito del test e rimane in silenzio. “Ti amo,Helene, mon amour.” “ Je t’aime pour toujours.” Sto quasi chiudendo questo bel capitolo della mia vita, questo pro memoria serve solo per portarmi alla mente dei momenti che forse potrei dimenticare altrimenti. E’ il mio modo di ricordarmi e perdonarmi. Perdonarmi per la mia superficialità nello scegliermi i compagni di vita prima di Marcelo. Perdonarmi per essermi considerata una facilona snob e perdonarmi per non essermi voluta abbastanza bene. Ma adesso il mio voler bene è immenso ed infinito, orientato verso di me, verso il mio uomo e verso la vita che mi sta crescendo dentro. Parigi innevata è uno spettacolo per gli occhi. Dalla finestra della mia mansarda punto l’orizzonte ed è un miscuglio di sfumature e speranze. Un’ultima annotazione riguarda voci che mi sono arrivate su Silvia. Il mio ex datore di lavoro con cui mi sono lasciata in termini cordiali mi ha chiamata per congratularsi con me per il mio nuovo incarico professionale. Si vede che anche da lontano suscito invidia soprattutto dopo aver messo mano su un gran pezzo di uomo come Marcelo, uomo bello e potente. E a proposito della mia relazione con Marcelo, Silvia sparge la voce che io le abbia rubato il moroso e stipulato un nuovo contratto solo grazie alle conoscenze del mio futuro marito . Meno male che la realtà è ben lontana dalle sue insidiose affermazioni e la mia vita va a gonfie vele!" THE END RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

domenica 27 novembre 2016

Nuove pagine del racconto inedito Riflesso di me...Buona lettura!

"Arriviamo nel cuore storico di Francoforte, mi inebrio delle belle sensazioni che provo vedendo gli edifici storici costruiti tra il 1400 ed il 1500, dei veri colossi che testimoniano la presenza, la cultura e la tradizione del popolo tedesco. Una leggera pioggerella ci costringe ad entrare in uno dei tanti locali tipici di Frankfurt. Prendiamo della birra, patatine, salsicciotti, dei crauti e pane caldo. Ci abbuffiamo incuranti delle calorie che ingurgitiamo. La birra mi mette k.o. Rinuncio a vedere i musei o altre attrazioni. Sento il bisogno di ritornare in albergo e sdraiarmi. Marcelo mi viene in aiuto ed anche lui desidera tornare nella stanza d’albergo. Per la prima volta nella mia vita mi sento brilla e mi conforto godendo delle cure e delle attenzioni del mio amore. Nella stanza ci tuffiamo nel letto e riusciamo a dormire, almeno io sono riuscita a farlo. Alle sette di sera, trovo Marcelo dallo sguardo preoccupato. Mi confida che ha prenotato un volo per Milano e che è riuscito a spostare degli appuntamenti ai quali avrebbe dovuto presenziare nella sede centrale della R. Publishing House di Madrid. Però siccome il suo chiodo fisso sono io, Marcelo non mi vuole lasciare sola ad affrontare questa situazione irreale. Vorrei potere vivere in totale serenità la mia storia d’amore però capisco che la mia tranquillità è sotto minaccia. A questo punto, non volendo compromettere la professione e il futuro di Marcelo, comincio a pensare a seguire io il mio uomo, dato che mi ritrovo senza un lavoro fisso. In un secondo tempo penserò anche alla vendita del mio appartamento. Il mio posto sarà vicino al mio amore. Sono sicura che il mio legame con la mia Milano non è più così vitale. Vitale diventa per me la presenza di Marcelo Duarte. Io devo stare con il mio uomo. Non voglio più stare da sola. Allora, Marcelo mi informa delle sue decisioni. “Amore mio, lunedì verrò con te a Milano. Ti prendi la macchina e la parcheggi in un garage a pagamento. Ti sposterai solo in taxi. Poi la prossima settimana vieni con me prima a Parigi e poi a Madrid. Nelle ore che io lavoro, tu potrai fare shopping e potrai organizzarti le giornate come meglio credi.” Annuisco però dentro di me capisco che la situazione reale ci sta scappando di mano. Importante è che Marcelo stia con me. Dopo questa decisione, Marcelo si rende conto di amarmi più di quanto avrebbe mai immaginato. Ed io ricambio il suo amore alla stessa intensità. Niente di più o di meno. “Eres mi vida, Helene.” “Tu tambien, mi Marcelo.” Mi Marcelo come per dire sei mio, solo mio, sei stato e sarai per sempre il mio Marcelo. E i baci, le carezze, gli abbracci non si fermano mai ed i nostri corpi ondeggiano sotto le lenzuola tra passione ed infinita dolcezza. Domenica passa in sordina tra visite al Main Tower ed al Giardino botanico, alla casa di Goethe ; tutto scandito dal buon mangiare, dalla buona compagnia e dalla nostra perfetta intesa. Poi Marcelo non si fa problemi a staccare il telefono quando è in mia presenza. Ma le chiamate di lavoro rappresentano un continuo disturbo. Però rendersi reperibili in caso di necessità è senza dubbio un fattore ed un punto centrale della sua attività. Marcelo ed io pronti a ritornare insieme a Milano! Di lunedì sento sempre la pesantezza dell’inizio settimana, però ho il mio amore con me. La mano di Marcelo sulla mia mi conforta. Con gli appuntamenti spostati, Marcelo pensa di poter essermi d’aiuto, mercoledì dobbiamo andare a Madrid e poi a Parigi, o prima Parigi e poi Madrid. Sono ancora con la testa fra le nuvole. All’aeroporto di Malpensa arriviamo in orario. Prendiamo i bagagli, ritiro la mia macchina e ci dirigiamo verso il mio appartamento. Più ci avviciniamo, più mi rendo conto che l’ansia mi assale ed un certo brivido mi cammina lungo la schiena. Marcelo dice di calmarmi. Non pensa che il mio ex si possa spingere così oltre. Invece no, appena arrivati dentro casa, apro le finestre e sotto mi ritrovo il molestatore che vuole a tutti i costi dare spettacolo. Marcelo ed io scendiamo, intenti a farlo desistere soprattutto per lui e per la sua famiglia. Però lui comincia ad inveire, a perdere la calma, mi dà della puttana di fronte al mio uomo, continua a dichiararsi l’unico che abbia mai saputo trombarmi. Una serie di volgarità che sono state messe a tacere dall’arrivo dei carabinieri. Sono decisa a denunziare questo pezzo di bastardo, lo voglio a centinaia di chilometri lontano da me e dietro le sbarre. Marcelo rimane senza parole, non si sarebbe mai aspettato un exploit così fuori dalla portata, però di fronte allo sviluppo della situazione, è più che deciso a non lasciarmi da sola. “Dove vado io, mi segui. E’ deciso. A Milano tu non puoi più rimanere senza di me.” Anch’io sono d’accordo. Insieme a Marcelo devo andare in caserma per sporgere denunzia. Il mio calvario dura da troppo tempo. E se io non avessi avuto Marcelo vicino a me, che fine avrei fatto? Chiudo gli occhi, ispiro l’aria dell’ottobre autunnale. Milano è sotto un banco di nebbia. Insieme a Marcelo ritorniamo nel mio appartamento. Per quanto tempo lo chiamerò ancora il mio appartamento? Sono stanca, voglio andare a dormire, ma Marcelo mi ferma. Prima dobbiamo parlare, dobbiamo chiarire i nostri pensieri, non chiuderci a guscio senza esprimere il nostro disagio per l’accaduto. “Sono contento che hai denunziato quel delinquente. Come stai?” “Sono senza parole, però ringrazio il Signore per avermi aperto gli occhi. Adesso sono contenta di avere te nella mia vita. Non voglio parlare di Mirko; però essere lasciata da lui è stata la mia fortuna. Sarebbe finito tutto in un altro modo, io vittima e lui carnefice. Solo aver detto queste parole mi fa venire il fiato corto, un nodo di paura che mi impedisce di respirare. Come nei giorni che tu non c’eri vicino a me e questo animale mi tormentava con i suoi appostamenti e le sue chiamate a vuoto. Vuoi sapere qualcosa in più sulla mia sofferenza?” Mi giro e guardo Marcelo dritto negli occhi: “Sentirsi dare della puttana non è una cosa da mandare giù facilmente. Pensare di vendere casa per paura di un delinquente è oltremodo drammatico. Però sono pronta ad andare avanti solo perché tu sei l’uomo giusto per me, il mio amore. Perciò metterò in vendita la casa per seguirti.” La mia confessione lo sconvolge. Però mi abbraccia e mi accarezza la fronte e la testa. “Non devi vendere la tua casa. Qui verremo ogni qualvolta vogliamo tornare a Milano. Ti amo. Ti starò sempre accanto. Te amo mi vida.” Rassicurata dalle sue dichiarazioni d’amore, voglio andare a dormire. Domani e dopodomani saranno giornate piene. Preparare valigie su valigie, sistemare e lasciare in ordine un paio di cose che mi erano rimaste in sospeso. Mercoledì chiudo la porta del mio appartamento; lascio la macchina in un garage sotto custodia e sono pronta a dire arrivederci alla mia Milano. Nel decollo percepisco con tanto dolore nell’anima che lascio la mia città per mettere le basi altrove ,dove c’è qualcuno che mi ama. I miei genitori, i miei conoscenti, i miei parenti sembrano delle figure così lontane che neanche li ho avvisati della mia partenza. A mia madre ho fatto una chiamata dicendole che sarei partita ma che pensavo di rientrare entro fine mese. Non si è scomposta più di tanto. Come in quelle notti buie che rimanevo sola e lei col nuovo marito non rispondevano ai miei pianti. Chiudo questo capitolo della mia vita con la speranza che Marcelo possa darmi un po’ di amore e compagnia." Da RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

sabato 26 novembre 2016

Oggi comincia il quarto capitolo del mio racconto Riflesso di me

Nostalgico lunedì. Marcelo è già arrivato a Madrid ed io sono tornata ai miei programmi. A curare la mia casa, la mia mente, il mio fisico. Faccio la spesa, sbrigo il pagamento delle varie utenze. Martedì comincia con un forte mal di testa. Però mi alzo ed apro la finestra. Sotto casa distinguo la presenza di Mirko. Si mette in piena vista, non ha alcuna intenzione di nascondersi. Vuole turbarmi. Tant’è vero che trovo alcune chiamate sullo schermo del mio telefonino. Ho la voglia di avere Marcelo vicino, però i suoi impegni di lavoro e le mie scadenze ci tengono un po’ separati. Ancora non ho capito l’atteggiamento di questo ragazzo. Non si può permettere di darmi la caccia, soprattutto adesso che tra di noi non c’è più niente. E’ stato lui a rompere con me, a tradirmi; ed io sono andata avanti con la mia vita. Coltivo una relazione a distanza ma che mi rende felice e serena. La presenza di Mirko però mi mette paura e rabbia. Vedrò di cambiare la scheda del telefonino. Anche mercoledì arriva in fretta. Mi sono sentita con Marcelo, gli ho fatto sapere il nuovo numero di telefono. Pur non avendogli accennato il motivo di questo cambio di numero di telefono, il pensiero di Marcelo si è rivolto a Mirko ed alle sue inopportune incursioni nella mia vita. “Promettimi che fai attenzione!”, conclude Marcelo.” Fra due giorni ci vedremo.” Però io non mi arrendo di fronte all’insolenza di quel ragazzo. Che se ne andasse dalla sua fidanzatina che lo aspetta! La prossima volta che lo vedo, vado e gli tiro un ceffone. Poi lo denuncio a questo bastardo che vuole mettere sottosopra la mia vita. Esco di casa, faccio la spesa, passo in libreria, compro dei nuovi libri, ho bisogno di leggere un po’ di poesia. Ho trovato due volumi di Keats e Verlaine, due poeti che adoro, in una versione nuova. Il testo originale a confronto col testo in italiano. Sono curiosa delle nuove traduzioni. Perciò salgo in macchina e raggiungo casa. Come pensavo, Mirko mi aspetta. Lo incontro a viso aperto. E’ incontenibile. Vuole tornare indietro ,la sua vita è solo una serie di errori. Lo lascio in preda ai suoi deliri, minacciandolo di denunziare tutto alla polizia. Lo stalking è un reato; e lui sta per compierne uno. “Ti devi dare una calmata.”, ribadisco chiudendo il portone. Lui ancora vorrebbe delirare, ma io sento il bisogno di immergermi nelle poesie e nel mio letto. Voglio fare la dura, però sento che questa situazione diventa quasi insostenibile. Non potermi muovere perché alle mie calcagna c’è sempre un delinquente che mi inopportuna, rischia di diventare un grosso problema. Oggi è giovedì e non ho alcun impegno, perciò rimango dentro. Devo cominciare a tenere d’occhio il sito dell’Istituto Francese per vedere quanti lavori sono stati ammessi al concorso. Fra pochi giorni scade il bando e poi una commissione di esperti darà il suo verdetto entro la fine di ottobre. La premiazione avverrà il trenta di ottobre e verrà ospitata dalla Libreria Feltrinelli a Milano. Anche il venerdì mattina mi do da fare, preparando, stirando, sistemando, stravolgendo. Devo essere all’Aeroporto di Malpensa alle due del pomeriggio . Il volo è programmato per le tre ed io arrivo a Francoforte alle quattro e mezza. Il volo di Marcelo è previsto di arrivare alle quattro, sarà lui ad aspettarmi ed a darmi il benvenuto stavolta. Mangio un’insalata veloce. Non vedo l’ora di incontrarmi con il mio uomo. Una storia così coinvolgente non l’ho mai vissuta. Spero che i nostri spostamenti non dureranno in eternità e che sentiremo il bisogno di mettere delle radici da qualche parte. Arriva l’ora di lasciare l’appartamento, salire sulla macchina ed andare all’aeroporto. Tutto procede conforme ai miei piani. Solo che dietro di me noto una macchina che mi insegue. Ho capito molto bene di cosa si tratti. Mi muovo con cautela però cerco allo stesso tempo di disseminare quella Audi a me conosciuta. Spostandomi da una corsia all’altra, riesco a mettere in subbuglio il bastardo. Arrivo all’aeroporto ed impaurita mi guardo intorno. Non c’è traccia di Mirko. Lascio la macchina in un parcheggio a pagamento, prendo il biglietto e mi avvio verso il Terminal delle partenze. Il cuore sussulta all’impazzata, provo a darmi un po’ di forza. Arrivo in bagno. Rinfresco la mia faccia. Salire sull’aereo e partire mi faranno dimenticare il mio insidioso incidente. Sono le tre e tutti i passeggeri siamo a bordo dell’aereo in partenza per Francoforte. Marcelo Duarte eres mi amor. Eres mi vida .Sin ti soy nada. Il mio spagnolo lo devo rispolverare per potere trovarmi bene anche a Madrid, a Barcellona o ovunque lui mi chieda di inseguirlo. Anche in capo al mondo, il mio cuore saprà parlare il dolce linguaggio dell’amore, del mio amore infinito per lui. Marcelo è la mia vita e questa è la mia verità. In primo piano compaiono i contorni dei grattacieli di Francoforte. Nella discesa cominciano a delinearsi tutte le luci della città. La pista di atterraggio è sempre più vicina, il mio cuore comincia a battere. Fra pochi minuti incontrerò il mio amore. Mi dimentico della paura mandata giù mentre Mirko mi teneva d’occhio, mi dimentico delle cose che devo fare. Adesso mi sento respirare in piena libertà. Guardo il mio anulare, il diamante brilla più intensamente che mai. Sono felice. Sono vestita casual. Voglio fare colpo sul mio uomo ma allo stesso tempo voglio mantenere una linea comoda ma elegante. Al posto dei tacchi alti indosso un paio di ballerine. Così posso caricarmi i bagagli in caso Marcelo non fosse arrivato. Però il mio telefono squilla, Marcelo mi sta aspettando. Prendo le mie valigie e mi avvio verso l’uscita. Incontro Marcelo a metà strada. Ci veniamo incontro con un passo affrettato, molto deciso. Ci guardiamo, ci abbracciamo, ci accarezziamo i volti. Sembriamo in preda alla disperazione. Però la nostra è solo una manifestazione d’amore. Marcelo mi da una mano. “Amore mio! Tu eres mi unico amor. Te amo mi vida.”, gli dico tranquillamente accentuando le parole, dando loro un’enfasi voluta. “Vedo che ti viene facile parlare in spagnolo.” Marcelo mi bacia e non mi molla più. “Dove andiamo?”, chiedo ancora sotto voce, felice di trovarmi vicina a lui. “All’ Hilton Frankfurt Airport. Un quattro stelle nel quale ho già soggiornato diverse volte. Sarà di tuo gradimento, almeno così mi auguro.” “Purché stia in tuo compagnia, per me va tutto a gonfie vele!” Prendiamo il taxi, raggiungiamo l’albergo. Anch’io durante una fiera dei libri avevo pernottato in questo hotel. Molto funzionale, devo riconoscere. Una volta arrivati, diamo i documenti per la registrazione e saliamo nella stanza. Mi metto subito a mio agio, mi cambio. Marcelo si avvicina e non mi lascia più. Ed io mi rimetto alla sua volontà. Mi abbandono alle sue carezze, ai suoi baci e alla sua carne. Siamo sdraiati sul letto d’albergo ed io comincio a sfogare la tensione della settimana. Piango disperatamente. Mi aggrappo a Marcelo nella speranza di non staccarmi più da lui. Tra una lacrima ed una mancanza d’aria, gli racconto dell’incontro ravvicinato con Mirko, dell’insistenza con la quale mi perseguita, di come mi abbia seguita negli spostamenti con la macchina, delle parole deliranti . Riconosco che ho paura e che senza Marcelo non ci voglio più stare. Marcelo innalza le sue sopracciglia ed il suo sguardo è intenso. La rabbia contro colui che mi disturba diventa furia cieca. “Tu sei mia. Sarò io a provvedere a tutto.” “Adesso godiamoci questo week-end. Rilassiamoci. Ti prego, abbracciami.”, chiedo a Marcelo, intenta a vivere al massimo la nostra intimità, il nostro presente. Andiamo nel ristorante dell’albergo, siamo stanchi e ci vogliamo raccontare tante cose. Domani faremo un giro nel cuore storico di Francoforte, il Romerberg per ammirare gli edifici storici e la piazza centrale del quartiere. Poi faremo una breve incursione al Museo di Arte Moderna e alla casa di Goethe. Almeno questo sarebbe il nostro intento, poi vedremo. Dopo una notte incendiaria, il sabato mattina a Francoforte si presenta con una veste autunnale. Marcelo ed io preferiamo fare la colazione in camera. Così dopo avere finito, possiamo fare i nostri piani da turisti. Però Marcelo ha un pensiero fisso. Non vuole più lasciarmi da sola neanche per un attimo. Pensa già di rientrare con me a Milano. Perciò tutto quello che gli propongo come punti d’attrazione da visitare gli va bene.

venerdì 25 novembre 2016

Oggi vi propongo un'altra pagina del mio racconto inedito Riflesso di me

"Marcelo, intrigato dalla mia mise, decide di indossare un abito firmato tanto da equilibrare la bilancia. Lui bellissimo ed io altrettanto. Realisticamente parlando siamo una coppia da copertina. Molto fashion e consapevoli delle nostre capacità. Usciamo. Con molta gioia dipinta su nostri volti, arriviamo in una famosa gioielleria nel centro di Milano. Marcelo Duarte prende la mia mano e chiede al commesso di portare un anello al quale aveva pensato in precedenza. Così, senza mezzi termini, sul mio dito anulare viene infilato un anello a fascia con un solitario di un carato di una lucentezza unica. Il diamante risalta in tutte le angolazioni della lavorazione. Le sue sfaccettature mi lasciano a bocca aperta. Marcelo mi prende tra le sue braccia, manifestando la sua felicità infinita. Sono molto sorpresa e allo stesso tempo sconvolta. Nessuno ha mai pensato a me in questa maniera. Un solitario sull’anulare ha un significato ben più impegnativo di un semplice regalo. E Marcelo intuisce il mio stato d’animo. Avere un senso di appartenenza equivale a trovare un punto di partenza per una nuova vita. Una vita insieme a Marcelo. Usciamo dalla gioielleria, tenendoci per mano. Andiamo a pranzare. Marcelo continua a stupirmi ed io mi lascio stupire. I miei occhi si posano sempre sulla mia mano. Cerco di abituarmi all’idea di appartenenza, di bisogno di diventare indispensabile per qualcuno. La domenica pomeriggio ci raggiunge in una bella caffetteria. Ancora del tempo per non pensare al nostro allontanamento. Di sicuro da domani comincerà la mia nostalgia. Però quattro giorni volano in fretta e poi venerdì ci vedremo a Francoforte. “Sei felice?”, chiede Marcelo provando a cogliere l’espressione dei miei occhi. Ed i miei occhi brillano come il diamante che porto sul mio dito. “Ma il nostro rapporto diventa così ufficiale?”, provo a chiedergli a mio turno. “Tu cosa ne pensi ?”, gira la domanda Marcelo. “Penso che ancora siamo agli inizi ed il nostro amore è intenso. Spero vivamente che il tuo regalo sia un segno di impegno vero e profondo nei miei confronti.”, concludo io con il fiato nella gola. “Mi hai tolto le parole dalla bocca. Brava!”, conferma Marcelo il suo impegno ed il suo amore per me." Da RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

giovedì 24 novembre 2016

RIFLESSO DI ME...nuove pagine...Buona lettura!

"Apro gli occhi e guardo l’orologio . Sono le otto e mezzo. Non abbiamo impegni perciò me la prendo con comodo. Mi giro per vedere come sta Marcelo. Ma sento delle voci dal salotto. Scendo dal letto, mi cambio ed esco. Marcelo si è preso la briga di chiamare il falegname e costui è già al lavoro. Rimango di stucco per la sua preoccupazione nei miei confronti. Vado a salutarli. “Buongiorno!” Marcelo mi segue in cucina e mi dice che ha tutto sotto controllo. Vuole essere lui ad occuparsi di me. Lo lascio fare, così vado in bagno, poi in cucina e preparo il caffè. Offro una tazza anche al falegname. Dopo la colazione, comincio a rivedere il testo della mia traduzione. Marcelo mi raggiunge. Leggiamo insieme con il testo originale a confronto. In caso di dubbio ritorniamo al testo in francese ed esprimiamo il nostro parere. Anche se è un lavoro già fatto e rifatto, visto e rivisto, voglio una versione impeccabile. Marcelo ogni tanto si allontana per seguire il lavoro del falegname. Io indosso le cuffie e mi isolo dal mondo. La mia porta di casa è di misure standard però io la voglio più solida, robusta e blindata in tutti i sensi. Il falegname si allontana dato che nel suo negozio si trovano delle porte che rispecchiano le richieste mie e di Marcelo. Così ce ne approfittiamo della sua assenza ed usciamo a fare la spesa. Marcelo si mette alla guida della mia macchina. Anche di sabato le strade sono caotiche. Io non vedo l’ora di ritornare alla mia traduzione. Facciamo tutto in fretta ed io sono pronta a riprendere la lettura. Marcelo si mette in cucina ai fornelli. Dopo aver finito di cucinare, Marcelo mi invita a tavola apparecchiata. Un buon profumo di tagliatelle ai funghi, un piatto gustato ed apprezzato al massimo dal mio palato. Segue un secondo a base di tonno ed insalata. Faccio finta di assaggiare il pesce, ma l’insalata la divoro. Mi scuso con Marcelo, ma il pesce non lo amo affatto. Prendiamo un caffè e già il falegname è di ritorno con i suoi attrezzi, la porta ed i collaboratori. Io rimango in cucina a togliere i piatti e tutta la confusione dal piano cottura. Poi a lavori domestici ultimati, vado a leggere altri passaggi della mia traduzione. Tutto fila liscio: lavoro, amore… Ho paura di riconoscere a voce alta la mia felicità. Il falegname finisce il suo lavoro, se ne vanno tutti, lasciando dietro una porta nuova, serratura nuova, vita nuova, professione nuova. Tutto nuovo, rimpiazzato, modificato. Come modificate ed articolate sono le mie abitudini, i miei errori, le mie paure, le mie necessità. Marcelo si sente in grado di dirmi che adesso è lui a prendersi cura di me. In un silenzio quasi irreale finiamo di correggere la traduzione. E’ il momento di iscrivermi al concorso e spedire il testo. Digito le informazioni necessarie per la partecipazione e incrocio le dita. Marcelo mi bacia; è contento per me. La visibilità del concorso indetto dall’Istituto Francese è impressionante. Grazie al patrocinio dell’istituto si potrebbero ottenere dei contratti in esclusiva per la traduzione dei grandi nomi della letteratura. E chi lo sa… un incarico presso una casa editrice con sede a Parigi non sarebbe da disdegnare. Anzi, sarebbe l’opportunità di rituffarmi nelle mie giornate di studentessa universitaria a Parigi, quando spensierata andavo all’Université de Créteil, con una borsa di studio Erasmus. Però non voglio illudermi. Nel frattempo, Marcelo attentamente controlla la nuova porta, la chiude, richiude e osserva i lavori svolti. “Vieni ,Marcelo.” Lui al suono della mia voce, si gira e mi prende tra le sue braccia. “Non voglio che rimani sola.” Lo guardo negli occhi. “Sono grande e so difendermi. Tu sei la mia vita.” Con il mio bacio voglio allontanare le preoccupazioni che nutre per me. Però dentro di me so che la presenza di Mirko potrebbe diventare un problema. Il suo tenermi d’occhio mi inquieta e l’assenza di Marcelo comincia a destabilizzarmi. Però mi godo il mio uomo, il mio amore, la mia relazione. “Ti amo, Marcelo.” “Te amo, mi amor.”, ribatte Marcelo accentuando ancor di più il suo cuore latino. “Quando devi rientrare a Madrid?”, gli chiedo con il nodo alla gola. “Lunedì devo prendere l’aereo, alle sette del mattino all’aeroporto.” Allora, penso fra me e me, il nostro destino è quello di rincorrerci tra una capitale ed un’altra, tra un volo ed un altro, pronti a fare e disfare valigie, senza una residenza fissa. Io che di sicuro andrò a trovarlo nei suoi luoghi di sosta, Parigi, Berlino, Lisbona, Madrid, Roma, Milano, Londra. Marcelo mi guarda e capisce il mio stato d’animo. “All’inizio dovremo ritagliarci dei momenti solo per noi, ma essendo sempre in giro dovremo fare in modo di poter portare avanti il nostro amore. Pazienza, lunedì sarò a Madrid, però venerdì prossimo ti aspetto a Francoforte. Devo organizzare delle trattative in vista della fiera del libro di fine ottobre. Già da adesso possiamo prenotare il biglietto d’aereo per te e per me. Così facciamo coincidere gli orari ,tu parti da Milano, io da Madrid. Vediamo pure l’albergo. Almeno prenotiamo un pacchetto completo per tutto il fine settimana.” Annuisco, sono pronta ad inseguirlo per il bene del nostro amore. “Domani comincia il mese di ottobre.” Con un po’ di nostalgia negli occhi, mi stendo vicino a lui. Ci cerchiamo, ci abbandoniamo e ci perdiamo dietro i nostri sensi. Fa tardi e non vedo l’ora di dormire, felice di tenermelo stretto per un’altra notte, un altro po’. Domenica mi porta quel pizzico di nostalgia ma cerco di celare tutto dietro il mio sorriso. Marcelo mi vuole portare per fare una passeggiata nel quadrilatero della moda a Milano. Non so che intenzioni abbia, però mi lascio trascinare dal suo entusiasmo. Sono super gasata e mi vesto con un tailleur griffato, tacchi alti, capelli sciolti sulle spalle, sorriso smagliante ;il trucco in giusta misura per contrastare un po’ della mia nostalgia." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

mercoledì 23 novembre 2016

Continua anche oggi il racconto Riflesso di me con altre pagine inedite...Buona lettura!

"Confido a Marcelo l’intenzione di partecipare al concorso indetto dall’ Istituto Francese di Milano. Si entusiasma alla mia idea. E’ pronto ad appoggiarmi al cento per cento. Finiamo di completare il nostro pasto. Marcelo paga e viene con me. Torniamo a casa. So che non vede l’ora di trascorrere del tempo con me. Ed anch’io muoio dalla voglia di lasciarmi abbandonare alle sue mani, di perdermi nei suoi baci e di morire dal piacere sotto il suo corpo. Marcelo va a cambiarsi ma non prima di essersi assicurato del mio stato d’animo. “Stai bene ? Ancora ci pensi all’incontro con Mirko? Ti sei spaventata?” “Tutto a posto”, dico io sapendo di mentire. La presenza di Mirko mi ha infastidita, la sua insistenza pure. Ma adesso vicino a me c’è Marcelo. Di sicuro saprà starmi nei dintorni per proteggermi. Marcelo ed io non vogliamo staccarci l’uno dall’altro. L’esplorazione reciproca è una tattica per sfiorarci, toccarci e ricominciare tutto da zero. Sembriamo due ragazzini innamorati alla follia che scoprono l’amore per la prima volta. Non penso che le esperienze passate di Marcelo siano state disastrose come le mie, però percepisco che fra noi due c’è più di una sola attrazione carnale. Così provo a provocarlo per capire l’intensità del suo sentimento. “Ti è mai capitato di sentirti così coinvolto con una donna? Io devo ammettere che sono persa per te.” Marcelo con un sorriso goliardico mi prende a sé. “No, non mi è mai capitata una donna così. E no, non ho mai vissuto una situazione così coinvolgente!” Sono felice e la felicità irradia in tutto il mio corpo. Sono una fiamma incandescente e trascino anche Marcelo nel mio fuoco d’amore per divampare insieme. E’ già sera, mi secca uscire per fare la spesa o per andare al ristorante. Così propongo a Marcelo di farci portare delle pizze. La consegna a domicilio è la più adatta in questi momenti. Marcelo vuole la capricciosa, io una margherita più crudo. Nel frattempo mi dedico a correggere le ultime pagine della mia traduzione. Il lavoro mi soddisfa. Devo riconoscere che aver rivisto i passaggi più intensi, mi ha permesso di trovare delle corrispondenze linguistiche e stilistiche di un certo impatto. Rimanere fedele al testo è stato il mio obiettivo principale. Ho solo impresso la mia nota metaforica. Tutto qui. Ed il risultato è davvero incoraggiante. Marcelo non smette di approvare le scelte dettate dal mio istinto creativo. “Complimenti, un gran bel lavoro.” Mi bacia ed è fiero di me. “Non mi resta altro che completare l’iscrizione al concorso e mandarlo. Però voglio leggere un’ultima volta il mio lavoro prima di spedirlo. E’ una misura che prendo sempre. Controllare l’ortografia, la grammatica, l’impaginazione denota cura e professionalità ed io voglio essere professionale e precisa.” Marcelo condivide il mio pensiero e domani mi aiuterà per un’ultima e finale correzione del lavoro. Il ragazzo delle consegne citofona ed io apro il portone. Prendo i soldi e pago una mancia cospicua al pizza boy. Mi affaccio alla finestra e nel buio della sera mi sembra di vedere la sagoma di un uomo che punta verso la mia casa. Fisso meglio questa figura e tra le luci delle macchine intravvedo Mirko che mi tiene d’occhio. Un brivido mi attraversa e chiudo la finestra spaventata da questo brutto risvolto. Dopo aver finito la cena mi avvicino a Marcelo e comincio a raccontargli quello che prima mi ha sconvolta. “Ma sei sicura? Perché non me l’hai detto subito?”, esplode Marcelo. “Quel ragazzino deve stare al suo posto. Tu senza di me non ci stai più.” Marcelo, preoccupato, si affaccia anche lui alla finestra, però la notte è calma e piatta come sempre. Comunque io sono decisa a cambiare la serratura di casa. Mi sentirò più tranquilla. Comunico la mia decisione a Marcelo e lui è d’accordo con me. Il suo pensiero è solo rivolto alla mia serenità. “Domani mattina contattiamo il falegname e gli chiediamo di cambiare anche la porta.” “Grazie, amore. Stanotte mi sa che vengo nella tua stanza e nel tuo letto”, accentuo la mia voglia di stargli vicina. “Dai, sei la benvenuta. Il tuo letto sentiva la mancanza della sua padrona ed io morivo dalla voglia di addormentarmi con te.” Per la prima volta mi trovo vicina a Marcelo, nel mio pigiama, nella mia routine, con il viso struccato, con i miei trentotto anni mostrati a viso aperto, con le mie labbra iniettate dal botulino, il mio volto innamorato ma anche impaurito dal domani. Lui coglie al volo la mia timidezza. Non dice niente, solo accarezza la mia testa, i miei occhi, le mie labbra, i miei capelli. E lo fa con molta delicatezza. I suoi gesti sono molto rispettosi della mia persona, della mia timidezza e delle mie paure. “Sei bellissima. Non lo dico solo per dirlo. Anche tu sei consapevole della tua presenza, del tuo bellissimo seno, del tuo fondoschiena tonificato, delle tue gambe lunghe ed affusolate, del tuo viso sensuale. Hai consapevolezza delle tue doti, solo che io ammiro di più la tua bellezza d’animo, le paure che affronti a viso aperto, l’intensità del tuo lavoro. Questo mi piace di te. Per due anni, nelle fiere dei libri alle quali partecipavamo ti vedevo sempre come una bella donna, dalla presenza statuaria. Però eri distaccata dal mondo che ti circondava. Eri algida. Il tuo sguardo mi è rimasto nella mente. Mi ero informato sul tuo conto. Sapevo che vivevi una relazione abbastanza stabile. Ma quando ho capito che Silvia sarebbe stata il mezzo per incontrarti, ho deciso di prendere quell’occasione al volo e sfruttarla al meglio. Perciò quando ho saputo della rottura con il tuo ragazzo, mi sono rallegrato perché avevo deciso che tu saresti diventata mia.” La confessione di Marcelo mi aiuta a capire il ruolo del destino nella mia vita. Fatalità volle che io quella sera avessi rotto con Mirko e avessi scoperto la falsità della mia amica. E sempre la fatalità vuole che io e Marcelo ci troviamo nel mio letto a stringerci perdutamente. La mappa del destino è un disegno strano che tratteggia dei contorni che ci portano ad incontrarci ed amarci. La mia mappa si è ispirata al richiamo del cuore ed eccomi appagata sentimentalmente. Potrei parlare ancora, però la stanchezza mi mette subito k.o." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

martedì 22 novembre 2016

Anche oggi prosegue il mio racconto inedito Riflesso di me con delle nuove pagine

"Io sto in silenzio. Amo le sue parole sussurrate in sordina. Marcelo mi conforta ed è pronto a ricominciare ad attaccare le vette alte della mia reputazione. Ed io contenta dell’improvviso attacco, depongo le mie armi e capitolo alla sua irriverenza. “Ti amo, Marcelo.” Anche nel passato ho detto un “ti amo” spontaneo, però non sono mai stata corrisposta. La mia percezione rispetto al “ti amo” che pronuncio a Marcelo tramuta da un momento all’altro. Si tratta di un amore con tante sfumature. Si fondono e si perdono una dentro l’altra le mie emozioni, mettendo in risalto il mio bisogno di sentirmi amata, confortata, desiderata, apprezzata, seguita. Marcelo mi porta il caffè a letto. Lo ringrazio, però è il momento di dedicarci alle faccende della giornata. Marcelo deve incontrare i responsabili dei colossi dell’editoria italiana. Deve gestire i diritti di traduzione di alcuni suoi autori. Deve trattare anche la traduzione in spagnolo di alcuni autori italiani. La R. Publishing House investe molto nella scoperta degli esordienti e ama puntare sulla creatività degli autori stranieri. Ed io, dal canto mio, devo finire la revisione della traduzione di “Germinal”. Nei giorni scorsi sul sito web dell’Istituto Francese di Milano ho notato la pubblicazione di un bando di concorso per la traduzione letteraria di un romanzo francese. Leggendo il regolamento per l’iscrizione al concorso, ho osservato che non ci sono dei vincoli troppo rigidi. Si mette a disposizione un elenco di romanzi e autori fra i quali i partecipanti devono scegliere. Nell’ultima riga ho visto Zola ed il suo” Germinal”. La scadenza del bando è il dieci ottobre. Manca poco ed io mi voglio iscrivere e partecipare. Un riconoscimento ufficiale sarebbe la giusta ricompensa per quello che scrivo, per quello che provo e che interpreto. Non sono vanitosa, lo ribadisco, però una targa per la migliore traduzione di un romanzo francese, sarebbe la mia rivincita. I criteri di valutazione includeranno tante sfumature che solo i giudici sapranno distinguere tra una traduzione fatta con il cuore e con l’anima ed una traduzione letteraria lineare, senza pathos e senza vita. Le mie prime opere tradotte, pur letterarie, pur commissionate, mi hanno soddisfatto ma non mi hanno mai fatto rimanere col fiato sospeso. Mi mancavano quella forte spinta e quella motivazione. Però adesso le cose sono cambiate, devo cominciare da capo il mio tragitto professionale. Devo concepire una strategia di marketing, devo realizzare un catalogo con tutti i titoli da me tradotti, devo mettere in mostra le collaborazioni con le big dell’editoria. Però prima devo sistemare la versione finale della mia traduzione. E’ mezzogiorno e di venerdì mi piace andare in piscina. Mi rilasso. Così decido di chiamare Marcelo ed informarlo della mia idea. “Vado in piscina, amore. Se vuoi raggiungermi, ti aspetto.” Con il rammarico nella voce, Marcelo purtroppo deve rimandare l’appuntamento. “Vediamoci verso le due al A. Restaurant.” “Va bene, vuol dire che mi immergerò nell’acqua senza di te.” “Helene, non fare sciocchezze. Sei mia, ricordati!”, con un tono serio, Marcelo mi dimostra che è geloso di me. Finisco di prepararmi ed esco di casa. Una volta arrivata in piscina, mi dedico al nuoto libero. Per un’ ora mi sono sfogata però adesso devo raggiungere il ristorante indicato da Marcelo. Perciò, velocemente, mi faccio la doccia, mi cambio, mi asciugo e sono pronta per uscire. All’ uscita mi imbatto in Mirko. Mi vuole parlare. Sapeva che il venerdì a quest’ora mi trovo in piscina e così ha deciso di infastidirmi con la sua presenza. Irrompe con un’affermazione talmente fuori che voglio tenerlo alla larga. “Ti sei trovato uno per i tuoi gusti. Ed io che ti pensavo una santa!” Rimango bloccata ,però decido di allontanarmi in fretta. Marcelo mi aspetta. E poi con quale diritto Mirko si apposta per aspettarmi, per sapere i miei movimenti? Uno strano sentore s’inculca in me. Non vorrei che ancora si mettesse a seguirmi. Marcelo ed io ci incontriamo. La prima cosa che gli dico si riferisce al mio incontro con Mirko e con il suo insulto. Marcelo ascolta attentamente e mi chiede di non allarmarmi. Alla fine mi ricompongo e siamo felici di poter trascorrere il pranzo ed il pomeriggio insieme. I nostri corpi sono incandescenti, ci studiamo e ci tocchiamo le mani in un incessante rituale. Sotto il tavolo i nostri piedi tremano. Ci cerchiamo con lo sguardo. Il silenzio nostro è fatto di mille parole, di mille colori, di mille emozioni. Il tempo si è fermato e noi siamo sospesi nel presente per vivere il nostro amore." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

lunedì 21 novembre 2016

Continua l'avventura di Marcelo Duarte e Helene...due cuori...un unico battito

"La tavola è già apparecchiata, l’avevo imbandita prima di uscire di casa. Devo solo riscaldare gli involtini preparati in precedenza ma prima propongo un antipasto freddo a base di mozzarelline, prosciutto crudo e melone. A Marcelo lascio il tempo di sentirsi a suo agio che tutto è già pronto per essere consumato. Le sorprese che ho in serbo per Marcelo non finiscono mai .E lui sembra di godere al massimo delle mie attenzioni .Iniziamo a chiacchierare, accompagnando le parole con degli sguardi caldi, sorseggiando lui del buon vino rosso, io un’aranciata. Così arrivo a raccontargli del mio inaspettato incontro con Silvia. Gli do un chiaro resoconto delle battute avvenute, accentuando la malizia di Silvia e la mia cattiveria nel risponderle. “Allora finalmente sei riuscita a svuotare il sacco.” , mi provoca Marcelo. “Non proprio.”, rispondo io, convinta di non nominare più quella balorda. “Helene, ascoltami, che mi dici del tuo lavoro, hai finito la traduzione?” Marcelo è impaziente della mia risposta ed io non vedo l’ora di fargli leggere la versione finale. Trepido al pensiero che sarà lui il primo a darmi un parere professionale, senza lusingare la mia capacità ed il mio stile interpretativo. Perciò la mia risposta arriva di getto. “Sto ultimando la revisione del testo e poi lo sottopongo al tuo giudizio critico.” Marcelo, contento del mio impegno, della fiducia che ripongo nella sua capacità di sintesi e valutazione , si alza da tavola e mi prende tra le sue braccia. Lascio perdere tutto e mi abbandono ai suoi fremiti d’amore. Sento un calore che divampa dentro di me, mi brucia l’anima, il sangue, la pelle. Marcelo mi tiene vicino al suo petto e comincia a sciogliermi i capelli, una cascata di capelli si riversano sulle mie spalle. Marcelo si perde dietro il mio profumo, preme leggermente il suo corpo contro il mio. Inibita, mi ritiro. Non so ancora cosa mi blocca. Forse la paura di essere tradita. Tutto mi sembra troppo presto, troppo immediato. Il cuore mi dice di andare avanti, la mente invece mi frena. Non c’è alcun modo per potermi lasciar ammaliare dalla passione. Un nodo alla gola mi lascia in preda alla freddezza. Marcelo non insiste oltre. La mia reticenza nell’assecondare la sua e la mia passione non lo farà certo rinunciare al nostro rapporto. Sto andando a preparargli il letto. Lenzuola appena lavate che sanno di lavanda, asciugamani stirati e rinfrescati con una nota dolce di ammorbidente al profumo di aranceto. Come se in aria si diffondesse un intenso odore di zagara e diverse profumazioni che sanno di freschezza. Devo dire che mi ritengo fortunata del mio appartamento, sessanta metri quadrati distribuiti in modo molto pratico. Ho a disposizione una piccola cucina che comunica col soggiorno tramite una porta scorrevole, poi il soggiorno abbastanza ampio, arredato con buon gusto, stile minimalista. Una stanza da letto completa il mio appartamentino. Poi ho due bagni, uno padronale, vicino alla stanza da letto, l’altro di servizio che mi fa anche da lavanderia. In uno spazio apparentemente piccolo sono riuscita a disporre lavatrice, asciugatrice, doccia, gabinetto e lavandino. La cucina pur piccola è molto funzionale; i pensili in alto, i piani di lavoro in quarzo, il pavimento in parquet in legno di quercia, il tavolo ribaltabile per due persone, si sposano bene con le mie necessità e con il mio gusto. Gli elettrodomestici in acciaio inox danno un tocco di eleganza in più a tutto l’arredamento. In conclusione, mi reputo molto contenta della mia casa. Spero che anche Marcelo si possa sentire a suo agio in questo mio appartamento. Sono in cucina e sistemo le stoviglie. Marcelo dopo essersi fatto la doccia ,indossato il pigiama, mi cerca nel salotto per augurarmi la buonanotte. Anch’io lo abbraccio e gli do un bacio sulle labbra. Lui ricambia e va a dormire. Sistemo il mio divano letto per la notte, stendo le lenzuola , mi cambio e metto su il pigiama. E’ mezzanotte e mezzo e non vedo l’ora di addormentarmi. Un primo impulso mi spingerebbe ad andare e ad infilarmi nel suo letto per sentirmi sotto la sua protezione, a pieno contatto con il suo respiro, con la sua pelle, con le sue emozioni e sensazioni. Però la stanchezza ha la meglio su di me e mi addormento senza pensare a nient’altro. La mattina ci raggiunge ed io sento il rumore della doccia. Presumo che Marcelo si sia già alzato ed infilato nella doccia per rinfrescarsi e prepararsi per la giornata. Guardo l’orologio da parete e capisco che sono già le sette e mezza. Mi alzo anche io di scatto. Prendo i miei cambi che avevo preparato la sera prima, per una questione di comodità. Vado a farmi la doccia e a sistemarmi per la giornata. Poi vado in cucina, preparo la macchina da caffè. Marcelo è pronto pure lui. Bussa nella porta della cucina. Il suo gesto è un volersi accertare che io sia a mio agio. Solo questo. “Buongiorno, cara mia!” Io, felice della sua intrusione, mi giro e gli sorrido con la gioia stampata sul volto. “Amore mio.”, irrompo io. “Sono felice che tu sia qui. Ti voglio bene. Lo dico con tutto il cuore.” Marcelo, commosso dalla mia improvvisa dichiarazione, mi punta con lo sguardo e non mi molla più. Mi prende nelle sue braccia e comincia a riempirmi di carezze; le sue mani si perdono sul mio corpo, comincia ad esplorare ogni singola parte della mia pelle. E’ irremovibile. Stavolta mi tiene sotto scacco. Non cede ai miei tentativi di allontanarmi. Sa che il mio è solo un modo di scappare a me stessa, alla mia paura. Perciò non vuole mollare la sua presa. E fa bene. Mi prende nelle braccia e mi porta nella stanza da letto. Mi bacia passionalmente, l’atmosfera diventa bollente. Man mano lui prende possesso di me, io mi sciolgo e seguo il ritmo dei suoi movimenti, perdendomi fra le lenzuola ed il suo corpo potente e bello. La barriera del mio cuore, il blocco della mia mente, dissolti dal suo amore e dalla sua pazienza. Marcelo è bravo a farmi diventare sua. Il mio abbandono è totale ed io sono felice. Siamo un tutt’uno, carne dentro carne, pelle dentro pelle, emozione dentro emozione e respiro dentro respiro. Siamo gioiosi e la nostra felicità si riflette sui nostri volti. Rimaniamo sul letto ad assaporare la nostra unione. E’ il momento delle coccole. E delle nostre intimità a bassa voce . Questo è il momento che ho sempre aspettato. E che non ho mai avuto. Però Marcelo mi dà il massimo. Sa comportarsi da vero uomo, sa trattarmi nel migliore dei modi. “Sei mia, Helene! Il mio amore per te è incondizionato.” DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

domenica 20 novembre 2016

Oggi comincia il terzo capitolo del mio racconto Riflesso di me

"La settimana passa in fretta. Sto ultimando le battute finali della mia traduzione. Il conflitto con me stessa si è un po’ domato. Dopo la partenza di Marcelo, mi sono dovuta rintanare nelle mie paure, come nella stanza buia della mia adolescenza quando mia madre era col suo nuovo marito e mio padre dalla sua nuova famiglia. Solo io all’età di tredici anni non avevo niente di nuovo ; solo la mia vecchia solitudine, i miei chili di troppo e la paura del buio. Marcelo mi chiama regolarmente ogni giorno . E’ un uomo premuroso, pieno di attenzioni per i miei stati d’animo. Mi infonde molta serenità. Ogni chiacchierata che faccio con lui mi porta alla luce tanti sbagli del mio passato. Il sotterrare per tanti anni la mia paura di sicuro non mi ha aiutata. Perché mi ritrovo a darmi delle colpe e perché devo recuperare il rapporto con me stessa e con gli uomini. Marcelo sarà la mia forza, la mia tentazione, la mia rivincita. Sempre durante l’assenza di Marcelo, sono andata in ufficio a trovare il mio superiore. Gli ho spiegato in maniera chiara che le mie aspirazioni professionali non combaciavano più con le direttive dell’azienda. Il direttore mi ha stretto la mano cordialmente augurandomi un futuro in conformità con le mie necessità artistiche. Ci siamo lasciati da veri professionisti. E questo è il mio primo trionfo. Potersi svincolare da un contratto senza incappare in delle problematiche legali è una cosa rara. Ma sono riuscita ad uscire da una situazione che mi stava troppo stretta. Marcelo ha esultato per la mia vittoria e siamo rimasti che oggi devo andare a prenderlo allo Aeroporto di Malpensa. Sarebbe arrivato alle nove di sera. Sono molto contenta che finalmente stasera ci rivediamo. Voglio tanto abbracciarlo, sentirlo vicino a me perché mi rendo conto di cominciare a volergli bene. So di volere costruire un futuro insieme a lui. Lo sento nella mia pelle, nelle mie ossa ,nel mio sangue, nella mia carne. Il mio futuro merita una prospettiva positiva, dinamica e soprattutto piena d’amore. L’arrivo di Marcelo è imminente. Mi devo preparare per il suo rientro a Milano. Devo convincerlo ad alloggiare da me. Mi viene spontaneo chiederglielo. E’ un passo in avanti che faccio per me. Non voglio compromettere un bel niente. Solo gioire della sua presenza. Salgo sulla mia macchina e prendo la tangenziale per arrivare all’aeroporto. Vado in direzione Arrivals, parcheggio la macchina e mi incammino verso il terminal degli arrivi. Seguo sugli schermi dell’aeroporto l’ora dell’atterraggio. Con uno sguardo rapido mi osservo nello specchio di fronte a me. Sono in forma perfetta, sensuale al punto giusto, attraente al massimo; i capelli sul castano chiaro li ho raccolti in una chioma a coda di cavallo. Sto molto bene e gli sguardi degli altri uomini si posano su di me. Però non sono affatto vanitosa, mi sono messa in bella mostra per il mio Marcelo, il mio Marcelo Duarte, mi hombre. Mi metto in un angolo aspettando che la sua figura spunti da un momento all’altro. Però rimango folgorata quando vedo il viso conosciuto di Silvia. Non so cosa capire. Anche lei rimane stupita. “Ciao Helene aspetti ospiti?” La sua voce mi sembra stridente, il suo volto mi crea una sensazione ripugnante, non voglio dilungarmi troppo. “No, Silvia, aspetto il mio moroso. Tu arrivi da Parigi?” La mia domanda incalzante la mette sulla difensiva. “Si, rientro da Parigi. Ho avuto un po’ di ricerche da portare avanti.” “Sono contenta per te.” , rispondo in modo laconico senza volere continuare il nostro dialogo, voglio finirlo lì il nostro incontro. “Ti saluto, Silvia, devo andare.” “E a chi aspetteresti?” , ritorna in forza la Silvia. “Il tuo ex editore, Marcelo Duarte. Sembra che abbia saputo apprezzare le mie doti da donna.” “Non ci hai messo molto tempo per rimpiazzare il tuo Mirko.” Non gradendo la sua battuta, le do anch’io il ben servito a modo mio. “Sai che ti dico Silvia, vaffan… Ma te lo dico con tutto il cuore. Sei stata una pessima amica, pronta a darmi della puttana appena mi giravo di spalle. Io non ho più tempo da perdere.” E con un’aria superiore la lascio di stucco ad assorbire il ben servito. Mi metto ad aspettare l’arrivo di Marcelo. In lontananza vedo Silvia perdersi tra i tanti passeggeri avviati verso l’uscita. Mi rendo conto che anche lei diventa uno dei tanti e che il suo dominio su di me è finito. Silvia ormai è un capitolo chiuso. E averla mandata a quel paese significa il punto del non ritorno. Ed eccolo arrivare il mio Marcelo. O almeno spero che lui possa essere mio con tutta me stessa. In questi giorni senza di lui ho cominciato a sviluppare una dipendenza emotiva nei suoi confronti. E’ bello. Marcelo ed io siamo una bella coppia. Ci completiamo, siamo simbiotici. Più lo vedo e più mi accorgo che siamo uguali. Marcelo mi vede, affretta il passo ed il suo andamento é sempre più allegro. Si accinge ad abbracciarmi. Mi guarda negli occhi e mi bacia. Mi accarezza la testa, i capelli, si sofferma con le carezze sulla mia fronte. E’ una cascata di emozioni. Io mi sciolgo e rimango immobile sotto le sue attenzioni. “Mi amor.”, Marcelo me lo dice in maniera molto appassionata. “Amore mio.” , rafforzo anche io il mio sentimento. Ci parliamo ed andiamo alla macchina. Siamo sul punto di andare quando gli chiedo: “Vuoi andare in albergo oppure ti posso proporre una stanza nel mio appartamento?” Marcelo mi guarda a lungo. “Andiamo a casa.” La sua replica mi lascia senza fiato. Stavolta sono io a prendere le sue mani nelle mie e infondergli il mio calore, la mia gioia e il mio volergli bene. Lui mi bacia passionalmente, caldamente. Il nostro allontanamento è stato una condanna. Cerchiamo freneticamente le nostre labbra e ci perdiamo dietro i nostri sentimenti. Marcelo è mio, me lo sento. Mio, solo mio. Almeno lo penso. Sfreccio sulla tangenziale e finalmente arriviamo sotto casa. Aiuto Marcelo a prendere i suoi bagagli e saliamo le scale." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA FOTO BY PETR KRATOCHVIL

sabato 19 novembre 2016

Eccomi all'incontro giornaliero con i personaggi del mio racconto RIFLESSO DI ME, una storia d'amore e di dolore...

“Allora buongiorno!” “Buongiorno a te. Lo prendi il caffè?”, gli chiedo con una punta di timidezza. Prima di versare il caffè gli do degli asciugamani e gli do lo spazio per sentirsi a suo agio. Io nel frattempo vado nel bagno di servizio, faccio una doccia veloce. In cinque minuti sono profumata, cambiata e con i capelli quasi asciutti. Un record per me. Anche Marcelo è pronto per prendere il caffè. Ci sediamo al tavolo della mia cucina. Riesco a preparare una colazione sbrigativa fatta di fette biscottate, marmellata, succo di frutta. Non mi perdo d’animo perché non ho altro da offrirgli. Verso il caffè, aggiungo un po’ di zucchero, giro nervosamente e con un sonoro “cin-cin”, sorseggiamo finalmente dalle nostre tazze. Marcelo comincia a ridere ed anche io esplodo in una risata contagiosa. “Sembra un vero rituale questo caffè.” , mi stuzzica Marcelo. “Prenderlo con te dev’essere un rituale.” , ribadisco io, sottolineando la gioia di averlo vicino. “Mi sa che stanotte abbiamo fatto le ore piccole.”, comincio io. “Si, ho chiuso gli occhi tardi. Sono stato incantato dall’intensità della versione che hai dato al romanzo. Poi anche a livello lessicale e stilistico hai trovato i giusti corrispondenti linguistici. Perché non si tratta solo di tradurre ma di mettere l’impronta personale su un testo che non ti appartiene. Le scene drammatiche della vita nel villaggio di Montsou sono toccanti. Hai colpito in pieno il senso letterale e metaforico delle parole usate da Zola.” “Allora anche tu ami Zola?” “Mi piace la letteratura francese ed inglese dell’Ottocento.” “Siamo in due ad amare l’Ottocento. Ma io adoro anche le correnti letterarie d’avanguardia di inizio Novecento.” “Molte passioni ci accomunano.” , conferma Marcelo. Ci guardiamo e ci rendiamo conto che tra di noi c’è un’intesa pericolosa. Marcelo non si fa alcuno scrupolo e mi bacia. Io mi allontano, non voglio cadere nella trappola dei miei pensieri. Il sole splende di un giallo caldo, intenso, un giallo fiamma che mi rende gioiosa e piena di energia . Ma io sono contrariata dal suo interesse nei miei confronti e , incredula, gli chiedo in modo diretto: “Marcelo ma come mai ti sei fossilizzato su di me ? Con tutte le donne che hai incontrato e che magari conosci in tutti gli angoli del mondo, perché hai scelto me?” Lui mi da una risposta articolata: “Frequento le fiere dei libri da tanti anni, insieme ai tanti addetti del settore. Giro come tutti noi le fiere di Torino, Londra e Francoforte. Poi , da due anni a questa parte, continuo a intravedere questa traduttrice bella, dai capelli ordinati, con tailleurs che risaltano le sue forme, con i tacchi alti, che sa attirare tutti gli occhi su di lei. Ma che non scende mai a compromessi. Poi più la incontro più voglio sapere qualcosa su di lei. So che fa parte di una nota casa editrice , che si occupa di traduzioni. Leggo le traduzioni da lei eseguite. Mi piace come riesce a rendere omaggio all’opera di Charles Dickens e Thomas Hardy. Poi è brava a tradurre anche “ Eugénie Grandet ” di Balzac. E rimango stupito. Quella donna la devo incontrare, penso ad ogni fiera del libro. Poi ho l’occasione di conoscere la sua amica, una certa giornalista, Silvia, che me la descrive in una maniera opposta. Come se dentro l’anima di questa ragazza vivessero due mondi, uno superficiale e uno introverso. E questo m’incuriosisce ancor di più…” “Allora nel passato ci siamo visti…” , continuo io, perplessa da tale racconto. “Io ti ho vista. Tu no.” “Forse perché ero impegnata sentimentalmente e la mia mente era altrove.” “Io penso di no.” ,mi sorprende nuovamente Marcelo. “Penso che fondamentalmente essendo una persona leale non ti piace guardare altri uomini sapendo di avere già un compagno.” “Si, lo ammetto. Sono una persona leale, che non tradirebbe. Piuttosto preferirei rompere un rapporto all’apparenza stabile .Non sono mai caduta nella trappola del tradimento, ma l’ho subita. Il mio ex mi ha messo le corna ed eccomi come sano esemplare delle corna da tradimento.” Mi metto a ridere. Con l’ironia ed il sarcasmo riesco a far guarire le mie ferite. Marcelo si sta preparando per uscire. Deve tornare nell’albergo. Di pomeriggio deve tornare a Madrid però pensa di rientrare a Milano il prossimo giovedì. Rimango in silenzio. Allora lui fa il pendolare fra Madrid, Parigi, Londra, Milano, Francoforte. Sempre in giro. La sua mansione lo obbliga a degli spostamenti regolari. Deve curare i foreign rights di molti degli autori che la sua casa editrice ha scoperto. In questo periodo gli autori spagnoli sono molto quotati a livello internazionale e la sua casa editrice è molto conosciuta sul mercato. Tant’è vero che la R. Publishing House conta ventinove divisioni in tutti i continenti. Perciò Marcelo deve andare ed io rimango sola fino a giovedì. Lo guardo e la mia tristezza la percepisce pure Marcelo. “Non fare così.” Mi avvinghio forte forte a lui ed al suo corpo. Lo stringo e con tranquillità lo conforto. “Ci vedremo giovedì. Non stare in pensiero per me.” Un bacio dolce mi rimane come ricordo di lui per questi giorni di assenza." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

venerdì 18 novembre 2016

Oggi vi propongo altre pagine del racconto inedito "Riflesso di me". Spero possa piacervi.

"In macchina mi rendo conto che la mia agente ha dimenticato la sua borsa. Torno nel locale e le riporto il fardello lasciato nella mia auto. Con gli occhi di fuori, prende la sua borsa e gira la testa in silenzio. Il buon senso mi dice di mandarla a quel paese. Ed io mentalmente le urlo un” vaffan”… ad alta voce . Silvia, la mia agente e Mirko sembrano persone che ho frequentato nei tempi remoti. Non ho alcun rimpianto per averli persi. Arrivo a casa con il mio nuovo computer e con una nuova visione sulla mia attività. Non vedo l’ora di rompere anche col mio editore. Per andare avanti e poter esprimere la mia creatività. Sono sicura che il lavoro che sto per concludere sarà coronato da un riconoscimento unanime. Tradurre “Germinal” è il mio riscatto soprattutto nei miei confronti. E’ un romanzo pieno di ribellione e di rivolta. Come questo periodo che sto attraversando. Il periodo della mia ribellione alle false etichette che mi sono attribuite. Soprattutto dalle persone a me più care. La giornata volge verso la fine. Marcelo non si è fatto ancora sentire. Ed io aspetto pazientemente una sua chiamata. Sono inondata da pensieri positivi, carica a mille, pronta ad affrontare qualsiasi cambiamento di rotta. E finalmente arriva anche la chiamata. Verso le undici e mezzo, Marcelo si vuole assicurare che sono a letto. E’ molto scherzoso. Mi fa delle battute. Mi stuzzica, provocando la mia risata. Cedo ai suoi dolci complimenti. Gli confido di aver troncato il mio rapporto con la mia agente. Gli ho pure accennato che la sua versione su Silvia e me era tutta vera. Mi sono complimentata con lui per la sua immediatezza nell’osservare i rapporti tra le persone e per la sua capacità di individuare le crepe alla base della rottura fra Silvia e me. Marcelo vorrebbe venire a trovarmi, sente il bisogno di vedermi, di accertarsi che io stia bene. Guardo l’orologio . E’ quasi mezzanotte e gli dico che può avvicinare. Mi spiazza . “Sono sotto casa tua. Ti sta bene se salgo?” Apro il portone e poi la porta. Mi aggiusto i capelli e la tuta che sto indossando. Marcelo sbuca dalla porta e con un timido “permesso” fa la sua bella figura. Con uno scatto di getto, gli vado incontro e lo abbraccio. Poi la mia frenesia si frena. Mi sento fuori luogo. Ma il suo gesto mette a tacere la mia ansia. Protrae le sue braccia verso di me e mi avvolge in una stretta unica. Metto la mia testa sulla sua spalla e lui mi conforta serenamente. Marcelo sa il fatto suo. Mi vorrebbe tenere così all’infinito però mi divincolo per colpa della mia chiusura. “Accomodati nella mia dimora.”, lo invito e con uno slancio gli mostro una poltrona comoda. “Che ti posso offrire?”, chiedo imbarazzata dalla sua presenza. Marcelo, il duro della R. Publishing House spagnola ,a casa mia. Non ci posso credere. Indossa un paio di jeans, una camicia sportiva ed un golfino leggero . A settembre le notti sono ancora piacevoli e la brezza dell’aria un po’ frizzante incita il mio pensiero stupendo per Marcelo. Chiudo gli occhi per sentire il profumo dell’uomo che ho vicino. Marcelo si intrufola nella mia vita pericolosamente. Mi abbandono al suo caldo respiro. Istintivamente lo prendo per la mano. Mi piace sentire il caldo che irradia il suo corpo. Mi viene di tenermelo stretto. Però mi fermo. Il mio andare oltre non mi convince. “Marcelo, scusami.” , invento una scusa stupida. Senza dirmi una parola, Marcelo prende il mio viso nelle sue mani e mi serra la bocca con un bacio passionale . Ricambio il suo bacio perché mi piace, perché mi sento bene, perché aspettavo di sapere il suo sapore. Marcelo bacia bene, un bravo esperto in materia. Mi lascio trasportare da una forte attrazione verso di lui. Marcelo intuisce la mia debolezza. Però io scappo, vado alla finestra e lo sguardo rimane fisso sul blu metallico del cielo. Le sfumature della notte spaziano dal blu cobalto al blu oltremare e al blu marino. Un brivido di passione scuote la mia corazza. Per la prima volta nella vita mi sento libera. Marcelo non vuole forzare la mia mano. Mi accarezza i capelli . “Mi fai leggere un po’ del tuo lavoro?” Prendo il vecchio notebook, accendo e di fronte a me scorrono le pagine sulle quali ho lavorato questo mese. Marcelo con molta delicatezza prende il computer e si immerge nella lettura della mia traduzione letteraria. E’ attento , annuisce in un silenzio tombale. Il mio fiato è sospeso. Legge da più di due ore. Ho sonno però mi vergogno ad abbandonare il campo di battaglia. Così decido di prendermi una coperta e mi accovaccio sul divano. Ogni tanto sento lo sguardo di Marcelo posarsi su di me. Però lui continua a leggere. Sotto la sua protezione mi assopisco. Sento un leggero respiro rilassato. Mi concentro meglio. Apro gli occhi. Le prime luci dell’alba penetrano attraverso i vetri. Il gioco di luci ed ombre si riflette sulle pareti di casa mia. Il respiro si intensifica ancor di più. Voglio alzarmi per preparare il caffè. Però mi rendo conto che sul divano c’è il mio computer con la lucetta di standby ancora lampeggiante. Poi nella penombra scorgo la figura di Marcelo addormentato sulla poltrona. E’ stato furbo, per mettersi ancor più comodo ha reclinato lo schienale ed ha alzato il poggiapiedi. Poi si è rilassato come un bimbo nella culla. Nel silenzio mattutino lo ammiro. I suoi tratti sono lineari, occhi grandi espressivi di un colore cangiante. Gli zigomi sono pronunziati ma armonici con i lineamenti del viso. Poi il mio sguardo si ferma sulla sua bocca. Le labbra morbide e pronunziate, labbra carnose da mordicchiare. Sulle strade comincia il via vai dei tram di linea, degli autobus dei pendolari. Vado a rinfrescarmi la faccia. Una veloce sistematina ai capelli e sono pronta a preparare il caffè. Metto la moka sul fornello. Comincia a diffondersi nell’aria un profumo invitante. Marcelo percepisce questo odore ed è pronto anche lui per il nuovo giorno. Un po’ imbarazzato dalla situazione, si avvicina e mi chiede: “Ma che ore sono ?” “Le sei.”, rispondo con un sorriso stampato sul mio viso." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

giovedì 17 novembre 2016

Non potevo mancare all'appuntamento quotidiano con i miei lettori.Ecco una nuova pagina del racconto Riflesso di me.

"Mi riprendo. “Grazie ,Marcelo. Non so perché hai sentito il bisogno di vedermi. Forse provi compassione per la confessione che ho fatto a Silvia quella sera.”, concludo con una vena sarcastica. Marcelo diventa scuro in viso e con la voce agitata mi zittisce: “Non lo dire mai più. La compassione la riservo per gli altri. Tu quella sera sei stata ingannata da due persone importanti della tua vita. E poi tu mi piaci. Punto.” Scendo dalla macchina e lo invito a salire nel mio appartamento . Lui rifiuta gentilmente e se ne va. Nel buio pesto della notte, mi ritrovo a letto a pensare a tante cose. A quello che mi trasmette la presenza di Marcelo, al mio futuro lavorativo con la casa editrice che vincola le mie scelte, ma soprattutto penso a Silvia ed alle nostre finte emozioni. Ma non ho la voglia di perdere la mia concentrazione. Domani dovrò riscrivere un pezzo della mia traduzione. Sono agli sgoccioli. E mi devo dare da fare. Devo rendere molto intensa la notte che Catherine ed Etienne trascorrono all’interno della miniera. E’ un pezzo molto descrittivo, pieno di emozioni sul quale devo insistere. E’ la terza interpretazione che do e spero che sia la versione finale. La notte passa in fretta. Mi alzo convinta delle scelte che devo apportare al testo ed alla mia vita. Devo cancellare una parte del mio passato per andare avanti col presente ed il futuro. Preparo un caffè e prendo un appuntamento con la mia agente e con il mio editore. Sono pronta a girare pagina ed a seguire il mio istinto. Esco verso mezzogiorno con la mia auto .Vado a prendermi un nuovo computer. Mi servono programmi più professionali. Mi affido perciò ai consigli del venditore. Tra una spiegazione e l’altra, tra una chiacchierata ed un'altra, intravvedo una giovane coppia, il ragazzo, Mirko, si avvicina e mi saluta con una battuta qualunque. “Ciao, che fai di bello ?” Saluto e do la mano alla sua ragazza. Una giovane, dall’aspetto semplice, un po’ sulle sue, forse a causa della sua gravidanza. Rispondo in modo vago e continuo la mia ricerca. Mirko , sfrontato, si avvicina nuovamente mentre la sua ragazza parla al telefono. “Ti trovo in forma smagliante. Sei un furore. Non si direbbe che la nostra rottura ti abbia danneggiata.” “Ma vai dalla tua famiglia.” ,gli dico ,indignata per le sue avances e le sue volgari occhiate. “Pezzo di merda !” ,penso nella mia testa. Sempre a rompermi le balle. Dopo aver preso il mio nuovo computer ,mi fermo alla Feltrinelli perché devo scovare un titolo di un esordiente scoperto dal colosso editoriale rappresentato da Marcelo. Guardo a lungo e intreccio lo sguardo con la mia agente. Anche lei si trova lì. Il nostro incontro è casuale e decido di invitarla a pranzo. Devo chiarire con lei delle situazioni ben precise. Accetta il mio invito e ci spostiamo con la mia macchina. Voglio portarla in una trattoria tipica dai sapori lombardi. Cominciamo a parlare del più e del meno. In modo diretto la informo della mia intenzione di interrompere la collaborazione con lei. “Cara, non mi sorprendi. Mi aspettavo una mossa del genere.”, mi risponde con una voce fredda. Poi continua: “Sei in ritardo rispetto alle previsioni della tua amica. Quando hai cominciato la tua collaborazione con noi, Silvia mi aveva messo in guardia sulla tua volubilità , poca professionalità e la tua leggerezza.” La rabbia mi accende l’anima. Quella dannata mi ha dipinto in una maniera impropria. Silvia ha sbagliato a trattarmi così male. A questo punto meglio perdere un’amica così… Ed anche un’agente di questo tipo… “Sai che ti dico, cara”, riprendo il controllo della mia voce. “tu non devi parlare così con una persona che ti ha fatto guadagnare dei bei soldini.” Mi alzo da tavola e lascio la mia agente a bocca aperta. “Devo risponderti per le rime, cara. Da domani non mi considero più una tua cliente. Buon dì”. La lascio seduta a tavola e mi allontano, ferita a morte da queste sue affermazioni. Durante i nostri anni di collaborazione non ho mai pensato che avesse questa scarsa considerazione di me. Il mondo dell’editoria mostra la sua faccia più brutta. Un mondo fatto di pettegolezzi ed invidie che colpisce e ferisce chi ci sta dentro." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA foto by ANNA LANGOVA

mercoledì 16 novembre 2016

Una nuova pagina di RIFLESSO DI ME vi aspetta.

"Adesso ho solo bisogno di un po’ di coraggio per affrontare il mio editore e dargli questa notizia. Marcelo ed io continuiamo a sorriderci. La nostra intesa sembra perfetta. Ancora non ci credo che mi trovo insieme a lui. Sto acquisendo un senso di benessere che pensavo fosse sparito. Marcelo mi guarda le mani e poi le sfiora dolcemente. Mi lascio plasmare dalle sue dita. E’ per la prima volta nella vita che mi piace essere accarezzata. Negli anni dell’adolescenza rifiutavo sempre gli abbracci e le carezze, nei rapporti amorosi tendevo a divincolarmi. Era una mia forma di chiusura. Però la pazienza e la dolcezza di Marcelo mi fanno superare la barriera del dolore e dell’amaro ricordo. Il cameriere ci porta il secondo, il contorno e alla fine chiudiamo con un dessert rinfrescante. Marcelo ed io abbiamo trascorso una bella serata. Strano poter decretare tale giudizio. Non mi sarei mai aspettata di condividere i miei pensieri con un quasi sconosciuto. Arrivati alla macchina salgo e guardo Marcelo. Mi sono affezionata a questo uomo. Strano a dirlo. Il suo carattere assomiglia al mio carattere, estroso e profondo. Nella radio passa un pezzo di Joe Cocker e la magia della canzone mi avvolge nelle sue note. Abbasso un po’ la leva per stare più comoda. Mi gusto al meglio il seguito della serata. Marcelo al volante è un bell’ uomo. Veramente una bomba. Ammiro la sua fermezza nei movimenti, come si appoggia al volante. E’ uno spettacolo in tutto e per tutto. Marcelo è consapevole della sua bellezza ed è anche capace di intuire che tutti gli sguardi sono su di lui. Ovunque e comunque. La sua presenza suscita interesse. Però vorrei andare oltre la superficialità e capire anche il suo spessore emotivo. C’è qualcosa che mi sfugge. E poi non so niente della sua conoscenza con Silvia. Forse sarà meglio fargli due domande. “Scusa, Marcelo. Ma tra te e Silvia che tipo di rapporto c’è?” All’improvviso rimango colpita dalle parole che escono dalla mia bocca. Ma che diavolo mi salta nella mente? Sono troppo diretta, senza giri di parole, vado dritta al sodo. Marcelo non esita di fronte al mio interrogativo. “Tra Silvia e me c’è solo stato un semplice rapporto lavorativo che è durato poco vista la rescissione del contratto.” Poi continua lui a stupirmi con una domanda altrettanto diretta. “Piuttosto dimmi tu che rapporto hai con la tua amica?” “Non so cosa rispondere. Da un mese a questa parte non ci siamo più sentite. Penso che tra di noi ci siano dei problemi irrisolti. Ma ancora non ho capito la natura di questi problemi.” Marcelo mi guarda bene negli occhi. Lo sguardo suo mi penetra le pupille, mi attraversa la vista e si conficca dentro il mio cervello. Ha uno sguardo acuto. “Non l’hai ancora percepito quel senso di cattiveria nei tuoi confronti ?”, mi chiede Marcelo, prendendo con la sua mano il mio viso. Mi blocca e mi ripete la stessa domanda. Io sento un brivido lungo la schiena. Sudo di un sudore freddo. Non capisco dove vuole parare. “Perché mi tormenti?” , gli chiedo . “Perché quella sera sia prima che dopo il tuo arrivo non ha fatto altro che sparlarti, prenderti in giro per il tuo fidanzatino. Praticamente ti ha dato della puttana.” “Non ti permettere di dire queste cose.”, gli intimo, incavolata ed anche delusa. “Non ti voglio giudicare, stai tranquilla. Vorrei solo farti aprire gli occhi. Chiedi un po’ in giro , ai tuoi conoscenti ,come venivi dipinta dalla tua amica. In effetti ,io la Silvia l’ho conosciuta un paio di settimane prima di incontrarti. Perciò tra di noi non c’era una tale intimità da permetterle di confidarsi con me sul conto della sua migliore amica, te, e delle sue relazioni amorose. Tutto qui.” Rimango sconvolta. Allora Silvia non ha mai nutrito per me un vero affetto, non ha mai coltivato nei miei confronti una vera amicizia. Sono triste. Le lacrime cominciano a comparire sotto i miei occhi. Il mio pianto è muto, non si sente alcun sogghigno. Però dentro di me sprofondo in quella voragine presente fin dall’adolescenza. Più concretizzo la natura del rapporto con Silvia, più sento il bisogno di piangere. Marcelo mi vede e ferma il motore. Cerca di mantenere il silenzio, senza aggiungere alcuna parola." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA FOTO BY GAZEL

martedì 15 novembre 2016

Il seguito del mio racconto RIFLESSO DI ME...Buona lettura..

"Con tanta galanteria mi fa sedere, poi prende posto anche lui. Non saprei dire cosa ci accomuna, ancora siamo due conoscenti sconosciuti. Però tra di noi c’è un’ intesa immediata. Divento padrona delle mie sensazioni e mi accingo in un dialogo legato alle nostre professioni. Scopro che è un uomo colto che sa parlare benissimo il francese, l’italiano, l’inglese e lo spagnolo, ovviamente . Anche lui ha frequentato dei corsi post laurea a Parigi. Rimango basita. Tutti e due ci siamo iscritti all’Université de Créteil, per un corso di traduzione letteraria, però in anni diversi. Marcelo dopo Parigi ha continuato la sua formazione, accedendo ad un corso di Creative Writing realizzato in collaborazione con il British Council. La sua preparazione è più che ottima … Poi vengo a sapere che lavora all’interno della R. Publishing House da più di dieci anni. La sua carriera è sempre stata in salita. Poi il tiro delle domande mi prende in pieno. Tranquilla rispondo e gli confido che il mio rapporto lavorativo con il noto marchio editoriale è ancora un rapporto di amore ed odio. “E perché ?”, chiede Marcelo dalla prospettiva di un vero direttore editoriale. “Perché molte volte mi è capitato di accettare delle opere per le quali non provavo un bel niente. Adesso per esempio sto facendo una roba che non mi è stata richiesta. Ma mi gratifica e mi impegna completamente, corpo ed anima.” Marcelo mi guarda intrigato. “A cosa ti stai dedicando?” Il cameriere nel frattempo ci porta gli antipasti ordinati in precedenza. Marcelo mi invita a gustare un goccio di vino. Rifiuto delicatamente. “No, grazie. Anche un solo goccio mi fa girare la testa.” Marcelo non parla più. Mi fissa con i suoi begli occhi profondi. Io mi perdo nei loro abissi. Lo scambio di sguardi continua. Mi imbarazzo, un velo di rossore si intravede sulle mie guance. Mi giro. Marcelo mi parla a bassa voce: “Sei bellissima.” Poi cambiando registro mi chiede: “Dimmi che cosa ti impegna così tanto in questi giorni?” “Traduco Germinal di Zola. Voglio rendere ancor più plastica l’atmosfera del villaggio dei minatori. Poi m’interessa mettere in risalto Catherine e la sua condizione sotto Chaval. E poi adoro E’tienne il personaggio centrale del romanzo.” “Conosco la trama, mi piace Zola. Ma con tutte le traduzioni già esistenti…” “Non mi dire pure tu che non mi ci devo mettere .Ho già avuto abbastanza grattacapi col mio editore poi con l’agente con la quale collaboro. Tutti mi vogliono mettere i bastoni fra le ruote. Ma se è una cosa che devo gestire io, che mi sento di fare, allora non devo dare conto delle mie passioni.” Marcelo pare che approvi le mie parole, ma in qualità di direttore editoriale non avrebbe potuto assecondare la passione di un suo dipendente. Lui deve lavorare in base ad un piano editoriale, a dei progetti già pattuiti che possano portare dei profitti all’azienda. Marcelo è un uomo d’ affari e la sua natura pragmatica ha surclassato la sua natura creativa. Se io fossi stata una sua dipendente, di sicuro m’avrebbe impedito di andare avanti con la mia fantasia. Però per togliermi ogni dubbio sulla sua reazione, chiedo: “Tu come reagiresti se un tuo dipendente non ascoltasse le tue direttive?” Marcelo mi risponde in maniera molto franca: “Lo licenzierei.” Mando giù la sua risposta, però lui mi sorprende nuovamente. “Ti licenzierei però poi ti direi di proporre la tua traduzione a più case editrici interessate. Poi farei partire un’asta per innalzare la quota del mio lavoro. Sei una traduttrice conosciuta, sono sicuro che farebbero la fila per arruolarti all’interno dell’organico di un grosso gruppo editoriale. Se io fossi in te, romperei il contratto con l’editore e come traduttore freelance offrirei i miei lavori al miglior offerente. Ti potrei aiutare. Ma solo se tu lo vuoi.” Marcelo comincia a consumare la prima portata. Io resto in silenzio e valuto le sue considerazioni. Praticamente ha esposto in maniera razionale e lineare un percorso al quale ho pensato anch’io." Da RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA foto by LARISA KOSHKINA

sabato 12 novembre 2016

Ed eccomi nuovamente in veste di autrice, pronta a svelarvi un' altra pagina del mio racconto RIFLESSO DI ME

" Lo volevo sviare però non è stato possibile. Mi ha chiamato per nome e si è avvicinato tempestivamente. “Non penso che mi volevi evitare.”, mi disse con un tono autoritario. Senza la voglia di dargli una giustificazione, me ne sono scappata con un secco: “Non pensavo fossi tu”. Ci siamo guardati negli occhi, lui ha cercato di allacciare il discorso: “Sai che Silvia è in Francia? Ha rescisso il contratto con la mia casa editrice.” “Come mai?”, ho chiesto . “Non le piacevano i vincoli contrattuali. Pensava di sentirsi intrappolata , di non potersi esprimere al massimo della sua vena artistica.” “Mi dispiace.” E mi sono girata pronta per andare via. Il vapore, il caldo che sentivo, mi facevano male .Volevo respirare. Però Marcelo non si era allontanato. “Come stai?”, mi ha chiesto in modo diretto. “Bene.” ,ho replicato io. “ Devo andare”. Mi ha preso la mano e me l’ha stretta, obbligandomi a guardarlo negli occhi. Non lo potevo evitare. Sentivo lungo la schiena un brivido che si impossessava di me. La pelle fremeva, dovevo andare a tutti i costi. “Helene, voglio il tuo numero di telefono”. Gliel’ho dettato in fretta. Volevo andare via. Mi sentivo soffocare. L’aria non mi bastava più. Raccontato anche questo pezzo della mia storia, mi ritrovo adesso ad aspettare Marcelo per andare fuori a cena. Mi ha telefonato ieri, all’inizio ero titubante ed avevo rifiutato cortesemente l’invito, ma poi, viste le sue insistenze, ho accettato. Ed eccomi qui pronta per vestirmi, non sapendo che abiti indossare. Di getto mi verrebbe di mettermi un tailleur, però boccio subito l’idea. Dovrebbe essere una cena tra conoscenti, non un appuntamento di lavoro. Mi metto un paio di jeans, una camicetta bluette semplice ed una giacca stretta sui fianchi. Le mie forme vengono solo leggermente accentuate non messe in risalto in modo ostentato. Mi trucco con un filo di rossetto, sfumo le palpebre con un colore naturale, aggiungo un po’ di mascara. Però devo indossare i tacchi alti. Devo essere slanciata. Sono una tipa alta però amo i tacchi. Sento il citofono e rispondo. Marcelo è puntuale. Bravo. Uomini precisi che non amano perdere tempo. Gli chiedo se vuole salire. “No, Helene, ti aspetto giù.” Un altro punto guadagnato. E’ bravo, Marcelo! Scendo con la lentezza di una lumaca tanto da non dare l’impressione che lo aspettavo da molto tempo. Lui scende dalla macchina . Mi porge una rosa e mi fa accomodare. “Anche nella scelta delle macchine ci assomigliamo”, penso fra me e me. La mia auto l’ho comprata l’anno scorso. E’ agile come me, creativa come me, slanciata e presuntuosa come me. La mia macchina mi rassomiglia. “Sai che anch’io ho lo stesso modello di macchina?”, chiedo a Marcelo. “Si.”, mi risponde.” La sera che sei scappata via da Silvia, ti ho seguito dalla finestra. Eri troppo giù. Poi ti ho visto salire sulla tua macchina.” “Hai ragione, quella sera era da evitare.” “Per me, no. Altrimenti non t’avrei conosciuta.” La sua risposta mi lascia perplessa. Marcelo è interessato a me. Non ci posso credere. Dopo pochi minuti arriviamo al ristorante dove ha prenotato un tavolo per due. Mentre parcheggia, poso lo sguardo su di lui. Di scatto lui si gira e mi sorride calorosamente. L’atmosfera diventa incendiaria. Meglio scendere. Io e Marcelo ci avviamo al tavolo indicato dal cameriere. Non mi capacito ancora del fatto che siamo insieme. Con un passo trionfante, alzo la testa e guardo intorno a me. Marcelo nota il mio gesto ed in modo meccanico mi prende per il braccio. Il suo calore lo sento attraverso i vestiti. La sua presa è molto delicata e protettiva." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA FOTO BY Petr Kratochvil