domenica 20 novembre 2016

Oggi comincia il terzo capitolo del mio racconto Riflesso di me

"La settimana passa in fretta. Sto ultimando le battute finali della mia traduzione. Il conflitto con me stessa si è un po’ domato. Dopo la partenza di Marcelo, mi sono dovuta rintanare nelle mie paure, come nella stanza buia della mia adolescenza quando mia madre era col suo nuovo marito e mio padre dalla sua nuova famiglia. Solo io all’età di tredici anni non avevo niente di nuovo ; solo la mia vecchia solitudine, i miei chili di troppo e la paura del buio. Marcelo mi chiama regolarmente ogni giorno . E’ un uomo premuroso, pieno di attenzioni per i miei stati d’animo. Mi infonde molta serenità. Ogni chiacchierata che faccio con lui mi porta alla luce tanti sbagli del mio passato. Il sotterrare per tanti anni la mia paura di sicuro non mi ha aiutata. Perché mi ritrovo a darmi delle colpe e perché devo recuperare il rapporto con me stessa e con gli uomini. Marcelo sarà la mia forza, la mia tentazione, la mia rivincita. Sempre durante l’assenza di Marcelo, sono andata in ufficio a trovare il mio superiore. Gli ho spiegato in maniera chiara che le mie aspirazioni professionali non combaciavano più con le direttive dell’azienda. Il direttore mi ha stretto la mano cordialmente augurandomi un futuro in conformità con le mie necessità artistiche. Ci siamo lasciati da veri professionisti. E questo è il mio primo trionfo. Potersi svincolare da un contratto senza incappare in delle problematiche legali è una cosa rara. Ma sono riuscita ad uscire da una situazione che mi stava troppo stretta. Marcelo ha esultato per la mia vittoria e siamo rimasti che oggi devo andare a prenderlo allo Aeroporto di Malpensa. Sarebbe arrivato alle nove di sera. Sono molto contenta che finalmente stasera ci rivediamo. Voglio tanto abbracciarlo, sentirlo vicino a me perché mi rendo conto di cominciare a volergli bene. So di volere costruire un futuro insieme a lui. Lo sento nella mia pelle, nelle mie ossa ,nel mio sangue, nella mia carne. Il mio futuro merita una prospettiva positiva, dinamica e soprattutto piena d’amore. L’arrivo di Marcelo è imminente. Mi devo preparare per il suo rientro a Milano. Devo convincerlo ad alloggiare da me. Mi viene spontaneo chiederglielo. E’ un passo in avanti che faccio per me. Non voglio compromettere un bel niente. Solo gioire della sua presenza. Salgo sulla mia macchina e prendo la tangenziale per arrivare all’aeroporto. Vado in direzione Arrivals, parcheggio la macchina e mi incammino verso il terminal degli arrivi. Seguo sugli schermi dell’aeroporto l’ora dell’atterraggio. Con uno sguardo rapido mi osservo nello specchio di fronte a me. Sono in forma perfetta, sensuale al punto giusto, attraente al massimo; i capelli sul castano chiaro li ho raccolti in una chioma a coda di cavallo. Sto molto bene e gli sguardi degli altri uomini si posano su di me. Però non sono affatto vanitosa, mi sono messa in bella mostra per il mio Marcelo, il mio Marcelo Duarte, mi hombre. Mi metto in un angolo aspettando che la sua figura spunti da un momento all’altro. Però rimango folgorata quando vedo il viso conosciuto di Silvia. Non so cosa capire. Anche lei rimane stupita. “Ciao Helene aspetti ospiti?” La sua voce mi sembra stridente, il suo volto mi crea una sensazione ripugnante, non voglio dilungarmi troppo. “No, Silvia, aspetto il mio moroso. Tu arrivi da Parigi?” La mia domanda incalzante la mette sulla difensiva. “Si, rientro da Parigi. Ho avuto un po’ di ricerche da portare avanti.” “Sono contenta per te.” , rispondo in modo laconico senza volere continuare il nostro dialogo, voglio finirlo lì il nostro incontro. “Ti saluto, Silvia, devo andare.” “E a chi aspetteresti?” , ritorna in forza la Silvia. “Il tuo ex editore, Marcelo Duarte. Sembra che abbia saputo apprezzare le mie doti da donna.” “Non ci hai messo molto tempo per rimpiazzare il tuo Mirko.” Non gradendo la sua battuta, le do anch’io il ben servito a modo mio. “Sai che ti dico Silvia, vaffan… Ma te lo dico con tutto il cuore. Sei stata una pessima amica, pronta a darmi della puttana appena mi giravo di spalle. Io non ho più tempo da perdere.” E con un’aria superiore la lascio di stucco ad assorbire il ben servito. Mi metto ad aspettare l’arrivo di Marcelo. In lontananza vedo Silvia perdersi tra i tanti passeggeri avviati verso l’uscita. Mi rendo conto che anche lei diventa uno dei tanti e che il suo dominio su di me è finito. Silvia ormai è un capitolo chiuso. E averla mandata a quel paese significa il punto del non ritorno. Ed eccolo arrivare il mio Marcelo. O almeno spero che lui possa essere mio con tutta me stessa. In questi giorni senza di lui ho cominciato a sviluppare una dipendenza emotiva nei suoi confronti. E’ bello. Marcelo ed io siamo una bella coppia. Ci completiamo, siamo simbiotici. Più lo vedo e più mi accorgo che siamo uguali. Marcelo mi vede, affretta il passo ed il suo andamento é sempre più allegro. Si accinge ad abbracciarmi. Mi guarda negli occhi e mi bacia. Mi accarezza la testa, i capelli, si sofferma con le carezze sulla mia fronte. E’ una cascata di emozioni. Io mi sciolgo e rimango immobile sotto le sue attenzioni. “Mi amor.”, Marcelo me lo dice in maniera molto appassionata. “Amore mio.” , rafforzo anche io il mio sentimento. Ci parliamo ed andiamo alla macchina. Siamo sul punto di andare quando gli chiedo: “Vuoi andare in albergo oppure ti posso proporre una stanza nel mio appartamento?” Marcelo mi guarda a lungo. “Andiamo a casa.” La sua replica mi lascia senza fiato. Stavolta sono io a prendere le sue mani nelle mie e infondergli il mio calore, la mia gioia e il mio volergli bene. Lui mi bacia passionalmente, caldamente. Il nostro allontanamento è stato una condanna. Cerchiamo freneticamente le nostre labbra e ci perdiamo dietro i nostri sentimenti. Marcelo è mio, me lo sento. Mio, solo mio. Almeno lo penso. Sfreccio sulla tangenziale e finalmente arriviamo sotto casa. Aiuto Marcelo a prendere i suoi bagagli e saliamo le scale." DA RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA FOTO BY PETR KRATOCHVIL

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