
sabato 19 novembre 2016
Eccomi all'incontro giornaliero con i personaggi del mio racconto RIFLESSO DI ME, una storia d'amore e di dolore...
“Allora buongiorno!”
“Buongiorno a te. Lo prendi il caffè?”, gli chiedo con una punta di timidezza.
Prima di versare il caffè gli do degli asciugamani e gli do lo spazio per sentirsi a suo agio. Io nel
frattempo vado nel bagno di servizio, faccio una doccia veloce. In cinque minuti sono profumata,
cambiata e con i capelli quasi asciutti. Un record per me.
Anche Marcelo è pronto per prendere il caffè. Ci sediamo al tavolo della mia cucina. Riesco a
preparare una colazione sbrigativa fatta di fette biscottate, marmellata, succo di frutta. Non mi
perdo d’animo perché non ho altro da offrirgli. Verso il caffè, aggiungo un po’ di zucchero, giro
nervosamente e con un sonoro “cin-cin”, sorseggiamo finalmente dalle nostre tazze.
Marcelo comincia a ridere ed anche io esplodo in una risata contagiosa.
“Sembra un vero rituale questo caffè.” , mi stuzzica Marcelo.
“Prenderlo con te dev’essere un rituale.” , ribadisco io, sottolineando la gioia di averlo vicino.
“Mi sa che stanotte abbiamo fatto le ore piccole.”, comincio io.
“Si, ho chiuso gli occhi tardi. Sono stato incantato dall’intensità della versione che hai dato al
romanzo. Poi anche a livello lessicale e stilistico hai trovato i giusti corrispondenti linguistici.
Perché non si tratta solo di tradurre ma di mettere l’impronta personale su un testo che non ti
appartiene. Le scene drammatiche della vita nel villaggio di Montsou sono toccanti. Hai colpito
in pieno il senso letterale e metaforico delle parole usate da Zola.”
“Allora anche tu ami Zola?”
“Mi piace la letteratura francese ed inglese dell’Ottocento.”
“Siamo in due ad amare l’Ottocento. Ma io adoro anche le correnti letterarie d’avanguardia di
inizio Novecento.”
“Molte passioni ci accomunano.” , conferma Marcelo.
Ci guardiamo e ci rendiamo conto che tra di noi c’è un’intesa pericolosa. Marcelo non si fa alcuno
scrupolo e mi bacia.
Io mi allontano, non voglio cadere nella trappola dei miei pensieri. Il sole splende di un giallo
caldo, intenso, un giallo fiamma che mi rende gioiosa e piena di energia .
Ma io sono contrariata dal suo interesse nei miei confronti e , incredula, gli chiedo in modo diretto:
“Marcelo ma come mai ti sei fossilizzato su di me ? Con tutte le donne che hai incontrato e che
magari conosci in tutti gli angoli del mondo, perché hai scelto me?”
Lui mi da una risposta articolata:
“Frequento le fiere dei libri da tanti anni, insieme ai tanti addetti del settore. Giro come tutti noi le
fiere di Torino, Londra e Francoforte. Poi , da due anni a questa parte, continuo a intravedere
questa traduttrice bella, dai capelli ordinati, con tailleurs che risaltano le sue forme, con i tacchi
alti, che sa attirare tutti gli occhi su di lei. Ma che non scende mai a compromessi. Poi più la
incontro più voglio sapere qualcosa su di lei. So che fa parte di una nota casa editrice , che si
occupa di traduzioni. Leggo le traduzioni da lei eseguite. Mi piace come riesce a rendere omaggio
all’opera di Charles Dickens e Thomas Hardy. Poi è brava a tradurre anche “ Eugénie Grandet ” di
Balzac. E rimango stupito. Quella donna la devo incontrare, penso ad ogni fiera del libro. Poi ho
l’occasione di conoscere la sua amica, una certa giornalista, Silvia, che me la descrive in una
maniera opposta. Come se dentro l’anima di questa ragazza vivessero due mondi, uno superficiale
e uno introverso. E questo m’incuriosisce ancor di più…”
“Allora nel passato ci siamo visti…” , continuo io, perplessa da tale racconto.
“Io ti ho vista. Tu no.”
“Forse perché ero impegnata sentimentalmente e la mia mente era altrove.”
“Io penso di no.” ,mi sorprende nuovamente Marcelo. “Penso che fondamentalmente essendo una
persona leale non ti piace guardare altri uomini sapendo di avere già un compagno.”
“Si, lo ammetto. Sono una persona leale, che non tradirebbe. Piuttosto preferirei rompere un
rapporto all’apparenza stabile .Non sono mai caduta nella trappola del tradimento, ma l’ho subita.
Il mio ex mi ha messo le corna ed eccomi come sano esemplare delle corna da tradimento.”
Mi metto a ridere. Con l’ironia ed il sarcasmo riesco a far guarire le mie ferite.
Marcelo si sta preparando per uscire. Deve tornare nell’albergo. Di pomeriggio deve tornare a
Madrid però pensa di rientrare a Milano il prossimo giovedì. Rimango in silenzio. Allora lui fa il
pendolare fra Madrid, Parigi, Londra, Milano, Francoforte. Sempre in giro. La sua mansione lo
obbliga a degli spostamenti regolari.
Deve curare i foreign rights di molti degli autori che la sua casa editrice ha scoperto. In questo
periodo gli autori spagnoli sono molto quotati a livello internazionale e la sua casa editrice è molto
conosciuta sul mercato. Tant’è vero che la R. Publishing House conta ventinove divisioni in tutti i
continenti.
Perciò Marcelo deve andare ed io rimango sola fino a giovedì. Lo guardo e la mia tristezza la
percepisce pure Marcelo.
“Non fare così.”
Mi avvinghio forte forte a lui ed al suo corpo. Lo stringo e con tranquillità lo conforto.
“Ci vedremo giovedì. Non stare in pensiero per me.”
Un bacio dolce mi rimane come ricordo di lui per questi giorni di assenza."
DA RIFLESSO DI ME
BY MIHAELA CIOCODEICA

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