
Nostalgico lunedì. Marcelo è già arrivato a Madrid ed io sono tornata ai miei programmi. A curare
la mia casa, la mia mente, il mio fisico. Faccio la spesa, sbrigo il pagamento delle varie utenze.
Martedì comincia con un forte mal di testa. Però mi alzo ed apro la finestra. Sotto casa distinguo
la presenza di Mirko. Si mette in piena vista, non ha alcuna intenzione di nascondersi. Vuole
turbarmi. Tant’è vero che trovo alcune chiamate sullo schermo del mio telefonino. Ho la voglia
di avere Marcelo vicino, però i suoi impegni di lavoro e le mie scadenze ci tengono un po’ separati.
Ancora non ho capito l’atteggiamento di questo ragazzo. Non si può permettere di darmi la caccia,
soprattutto adesso che tra di noi non c’è più niente.
E’ stato lui a rompere con me, a tradirmi; ed io sono andata avanti con la mia vita. Coltivo una
relazione a distanza ma che mi rende felice e serena.
La presenza di Mirko però mi mette paura e rabbia. Vedrò di cambiare la scheda del telefonino.
Anche mercoledì arriva in fretta. Mi sono sentita con Marcelo, gli ho fatto sapere il nuovo numero
di telefono. Pur non avendogli accennato il motivo di questo cambio di numero di telefono, il
pensiero di Marcelo si è rivolto a Mirko ed alle sue inopportune incursioni nella mia vita.
“Promettimi che fai attenzione!”, conclude Marcelo.” Fra due giorni ci vedremo.”
Però io non mi arrendo di fronte all’insolenza di quel ragazzo. Che se ne andasse dalla sua
fidanzatina che lo aspetta! La prossima volta che lo vedo, vado e gli tiro un ceffone. Poi lo
denuncio a questo bastardo che vuole mettere sottosopra la mia vita.
Esco di casa, faccio la spesa, passo in libreria, compro dei nuovi libri, ho bisogno di leggere un po’
di poesia. Ho trovato due volumi di Keats e Verlaine, due poeti che adoro, in una versione nuova.
Il testo originale a confronto col testo in italiano. Sono curiosa delle nuove traduzioni. Perciò salgo
in macchina e raggiungo casa.
Come pensavo, Mirko mi aspetta. Lo incontro a viso aperto. E’ incontenibile. Vuole tornare
indietro ,la sua vita è solo una serie di errori.
Lo lascio in preda ai suoi deliri, minacciandolo di denunziare tutto alla polizia. Lo stalking è un
reato; e lui sta per compierne uno.
“Ti devi dare una calmata.”, ribadisco chiudendo il portone.
Lui ancora vorrebbe delirare, ma io sento il bisogno di immergermi nelle poesie e nel mio letto.
Voglio fare la dura, però sento che questa situazione diventa quasi insostenibile. Non potermi
muovere perché alle mie calcagna c’è sempre un delinquente che mi inopportuna, rischia di
diventare un grosso problema.
Oggi è giovedì e non ho alcun impegno, perciò rimango dentro. Devo cominciare a tenere d’occhio
il sito dell’Istituto Francese per vedere quanti lavori sono stati ammessi al concorso. Fra pochi
giorni scade il bando e poi una commissione di esperti darà il suo verdetto entro la fine di ottobre.
La premiazione avverrà il trenta di ottobre e verrà ospitata dalla Libreria Feltrinelli a Milano.
Anche il venerdì mattina mi do da fare, preparando, stirando, sistemando, stravolgendo. Devo
essere all’Aeroporto di Malpensa alle due del pomeriggio .
Il volo è programmato per le tre ed io arrivo a Francoforte alle quattro e mezza. Il volo di Marcelo
è previsto di arrivare alle quattro, sarà lui ad aspettarmi ed a darmi il benvenuto stavolta.
Mangio un’insalata veloce. Non vedo l’ora di incontrarmi con il mio uomo. Una storia così
coinvolgente non l’ho mai vissuta. Spero che i nostri spostamenti non dureranno in eternità e che
sentiremo il bisogno di mettere delle radici da qualche parte.
Arriva l’ora di lasciare l’appartamento, salire sulla macchina ed andare all’aeroporto.
Tutto procede conforme ai miei piani. Solo che dietro di me noto una macchina che mi insegue.
Ho capito molto bene di cosa si tratti. Mi muovo con cautela però cerco allo stesso tempo di
disseminare quella Audi a me conosciuta. Spostandomi da una corsia all’altra, riesco a mettere in
subbuglio il bastardo. Arrivo all’aeroporto ed impaurita mi guardo intorno. Non c’è traccia di
Mirko. Lascio la macchina in un parcheggio a pagamento, prendo il biglietto e mi avvio verso il
Terminal delle partenze.
Il cuore sussulta all’impazzata, provo a darmi un po’ di forza. Arrivo in bagno. Rinfresco la mia
faccia. Salire sull’aereo e partire mi faranno dimenticare il mio insidioso incidente.
Sono le tre e tutti i passeggeri siamo a bordo dell’aereo in partenza per Francoforte. Marcelo
Duarte eres mi amor. Eres mi vida .Sin ti soy nada.
Il mio spagnolo lo devo rispolverare per potere trovarmi bene anche a Madrid, a Barcellona o
ovunque lui mi chieda di inseguirlo. Anche in capo al mondo, il mio cuore saprà parlare il dolce
linguaggio dell’amore, del mio amore infinito per lui. Marcelo è la mia vita e questa è la mia verità.
In primo piano compaiono i contorni dei grattacieli di Francoforte. Nella discesa cominciano a
delinearsi tutte le luci della città. La pista di atterraggio è sempre più vicina, il mio cuore comincia
a battere. Fra pochi minuti incontrerò il mio amore. Mi dimentico della paura mandata giù mentre
Mirko mi teneva d’occhio, mi dimentico delle cose che devo fare. Adesso mi sento respirare in
piena libertà.
Guardo il mio anulare, il diamante brilla più intensamente che mai. Sono felice. Sono vestita
casual. Voglio fare colpo sul mio uomo ma allo stesso tempo voglio mantenere una linea comoda
ma elegante. Al posto dei tacchi alti indosso un paio di ballerine. Così posso caricarmi i bagagli
in caso Marcelo non fosse arrivato. Però il mio telefono squilla, Marcelo mi sta aspettando. Prendo
le mie valigie e mi avvio verso l’uscita. Incontro Marcelo a metà strada. Ci veniamo incontro con
un passo affrettato, molto deciso. Ci guardiamo, ci abbracciamo, ci accarezziamo i volti.
Sembriamo in preda alla disperazione. Però la nostra è solo una manifestazione d’amore. Marcelo
mi da una mano.
“Amore mio! Tu eres mi unico amor. Te amo mi vida.”, gli dico tranquillamente accentuando le
parole, dando loro un’enfasi voluta.
“Vedo che ti viene facile parlare in spagnolo.”
Marcelo mi bacia e non mi molla più.
“Dove andiamo?”, chiedo ancora sotto voce, felice di trovarmi vicina a lui.
“All’ Hilton Frankfurt Airport. Un quattro stelle nel quale ho già soggiornato diverse volte. Sarà di
tuo gradimento, almeno così mi auguro.”
“Purché stia in tuo compagnia, per me va tutto a gonfie vele!”
Prendiamo il taxi, raggiungiamo l’albergo. Anch’io durante una fiera dei libri avevo pernottato in
questo hotel. Molto funzionale, devo riconoscere.
Una volta arrivati, diamo i documenti per la registrazione e saliamo nella stanza.
Mi metto subito a mio agio, mi cambio. Marcelo si avvicina e non mi lascia più. Ed io mi rimetto
alla sua volontà. Mi abbandono alle sue carezze, ai suoi baci e alla sua carne.
Siamo sdraiati sul letto d’albergo ed io comincio a sfogare la tensione della settimana. Piango
disperatamente. Mi aggrappo a Marcelo nella speranza di non staccarmi più da lui. Tra una lacrima
ed una mancanza d’aria, gli racconto dell’incontro ravvicinato con Mirko, dell’insistenza con la
quale mi perseguita, di come mi abbia seguita negli spostamenti con la macchina, delle parole
deliranti . Riconosco che ho paura e che senza Marcelo non ci voglio più stare.
Marcelo innalza le sue sopracciglia ed il suo sguardo è intenso. La rabbia contro colui che mi
disturba diventa furia cieca.
“Tu sei mia. Sarò io a provvedere a tutto.”
“Adesso godiamoci questo week-end. Rilassiamoci. Ti prego, abbracciami.”, chiedo a Marcelo,
intenta a vivere al massimo la nostra intimità, il nostro presente.
Andiamo nel ristorante dell’albergo, siamo stanchi e ci vogliamo raccontare tante cose.
Domani faremo un giro nel cuore storico di Francoforte, il Romerberg per ammirare gli edifici
storici e la piazza centrale del quartiere. Poi faremo una breve incursione al Museo di Arte
Moderna e alla casa di Goethe.
Almeno questo sarebbe il nostro intento, poi vedremo.
Dopo una notte incendiaria, il sabato mattina a Francoforte si presenta con una veste autunnale.
Marcelo ed io preferiamo fare la colazione in camera. Così dopo avere finito, possiamo fare
i nostri piani da turisti.
Però Marcelo ha un pensiero fisso. Non vuole più lasciarmi da sola neanche per un attimo. Pensa
già di rientrare con me a Milano. Perciò tutto quello che gli propongo come punti d’attrazione da
visitare gli va bene.
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