martedì 15 novembre 2016

Il seguito del mio racconto RIFLESSO DI ME...Buona lettura..

"Con tanta galanteria mi fa sedere, poi prende posto anche lui. Non saprei dire cosa ci accomuna, ancora siamo due conoscenti sconosciuti. Però tra di noi c’è un’ intesa immediata. Divento padrona delle mie sensazioni e mi accingo in un dialogo legato alle nostre professioni. Scopro che è un uomo colto che sa parlare benissimo il francese, l’italiano, l’inglese e lo spagnolo, ovviamente . Anche lui ha frequentato dei corsi post laurea a Parigi. Rimango basita. Tutti e due ci siamo iscritti all’Université de Créteil, per un corso di traduzione letteraria, però in anni diversi. Marcelo dopo Parigi ha continuato la sua formazione, accedendo ad un corso di Creative Writing realizzato in collaborazione con il British Council. La sua preparazione è più che ottima … Poi vengo a sapere che lavora all’interno della R. Publishing House da più di dieci anni. La sua carriera è sempre stata in salita. Poi il tiro delle domande mi prende in pieno. Tranquilla rispondo e gli confido che il mio rapporto lavorativo con il noto marchio editoriale è ancora un rapporto di amore ed odio. “E perché ?”, chiede Marcelo dalla prospettiva di un vero direttore editoriale. “Perché molte volte mi è capitato di accettare delle opere per le quali non provavo un bel niente. Adesso per esempio sto facendo una roba che non mi è stata richiesta. Ma mi gratifica e mi impegna completamente, corpo ed anima.” Marcelo mi guarda intrigato. “A cosa ti stai dedicando?” Il cameriere nel frattempo ci porta gli antipasti ordinati in precedenza. Marcelo mi invita a gustare un goccio di vino. Rifiuto delicatamente. “No, grazie. Anche un solo goccio mi fa girare la testa.” Marcelo non parla più. Mi fissa con i suoi begli occhi profondi. Io mi perdo nei loro abissi. Lo scambio di sguardi continua. Mi imbarazzo, un velo di rossore si intravede sulle mie guance. Mi giro. Marcelo mi parla a bassa voce: “Sei bellissima.” Poi cambiando registro mi chiede: “Dimmi che cosa ti impegna così tanto in questi giorni?” “Traduco Germinal di Zola. Voglio rendere ancor più plastica l’atmosfera del villaggio dei minatori. Poi m’interessa mettere in risalto Catherine e la sua condizione sotto Chaval. E poi adoro E’tienne il personaggio centrale del romanzo.” “Conosco la trama, mi piace Zola. Ma con tutte le traduzioni già esistenti…” “Non mi dire pure tu che non mi ci devo mettere .Ho già avuto abbastanza grattacapi col mio editore poi con l’agente con la quale collaboro. Tutti mi vogliono mettere i bastoni fra le ruote. Ma se è una cosa che devo gestire io, che mi sento di fare, allora non devo dare conto delle mie passioni.” Marcelo pare che approvi le mie parole, ma in qualità di direttore editoriale non avrebbe potuto assecondare la passione di un suo dipendente. Lui deve lavorare in base ad un piano editoriale, a dei progetti già pattuiti che possano portare dei profitti all’azienda. Marcelo è un uomo d’ affari e la sua natura pragmatica ha surclassato la sua natura creativa. Se io fossi stata una sua dipendente, di sicuro m’avrebbe impedito di andare avanti con la mia fantasia. Però per togliermi ogni dubbio sulla sua reazione, chiedo: “Tu come reagiresti se un tuo dipendente non ascoltasse le tue direttive?” Marcelo mi risponde in maniera molto franca: “Lo licenzierei.” Mando giù la sua risposta, però lui mi sorprende nuovamente. “Ti licenzierei però poi ti direi di proporre la tua traduzione a più case editrici interessate. Poi farei partire un’asta per innalzare la quota del mio lavoro. Sei una traduttrice conosciuta, sono sicuro che farebbero la fila per arruolarti all’interno dell’organico di un grosso gruppo editoriale. Se io fossi in te, romperei il contratto con l’editore e come traduttore freelance offrirei i miei lavori al miglior offerente. Ti potrei aiutare. Ma solo se tu lo vuoi.” Marcelo comincia a consumare la prima portata. Io resto in silenzio e valuto le sue considerazioni. Praticamente ha esposto in maniera razionale e lineare un percorso al quale ho pensato anch’io." Da RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA foto by LARISA KOSHKINA

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