domenica 27 novembre 2016

Nuove pagine del racconto inedito Riflesso di me...Buona lettura!

"Arriviamo nel cuore storico di Francoforte, mi inebrio delle belle sensazioni che provo vedendo gli edifici storici costruiti tra il 1400 ed il 1500, dei veri colossi che testimoniano la presenza, la cultura e la tradizione del popolo tedesco. Una leggera pioggerella ci costringe ad entrare in uno dei tanti locali tipici di Frankfurt. Prendiamo della birra, patatine, salsicciotti, dei crauti e pane caldo. Ci abbuffiamo incuranti delle calorie che ingurgitiamo. La birra mi mette k.o. Rinuncio a vedere i musei o altre attrazioni. Sento il bisogno di ritornare in albergo e sdraiarmi. Marcelo mi viene in aiuto ed anche lui desidera tornare nella stanza d’albergo. Per la prima volta nella mia vita mi sento brilla e mi conforto godendo delle cure e delle attenzioni del mio amore. Nella stanza ci tuffiamo nel letto e riusciamo a dormire, almeno io sono riuscita a farlo. Alle sette di sera, trovo Marcelo dallo sguardo preoccupato. Mi confida che ha prenotato un volo per Milano e che è riuscito a spostare degli appuntamenti ai quali avrebbe dovuto presenziare nella sede centrale della R. Publishing House di Madrid. Però siccome il suo chiodo fisso sono io, Marcelo non mi vuole lasciare sola ad affrontare questa situazione irreale. Vorrei potere vivere in totale serenità la mia storia d’amore però capisco che la mia tranquillità è sotto minaccia. A questo punto, non volendo compromettere la professione e il futuro di Marcelo, comincio a pensare a seguire io il mio uomo, dato che mi ritrovo senza un lavoro fisso. In un secondo tempo penserò anche alla vendita del mio appartamento. Il mio posto sarà vicino al mio amore. Sono sicura che il mio legame con la mia Milano non è più così vitale. Vitale diventa per me la presenza di Marcelo Duarte. Io devo stare con il mio uomo. Non voglio più stare da sola. Allora, Marcelo mi informa delle sue decisioni. “Amore mio, lunedì verrò con te a Milano. Ti prendi la macchina e la parcheggi in un garage a pagamento. Ti sposterai solo in taxi. Poi la prossima settimana vieni con me prima a Parigi e poi a Madrid. Nelle ore che io lavoro, tu potrai fare shopping e potrai organizzarti le giornate come meglio credi.” Annuisco però dentro di me capisco che la situazione reale ci sta scappando di mano. Importante è che Marcelo stia con me. Dopo questa decisione, Marcelo si rende conto di amarmi più di quanto avrebbe mai immaginato. Ed io ricambio il suo amore alla stessa intensità. Niente di più o di meno. “Eres mi vida, Helene.” “Tu tambien, mi Marcelo.” Mi Marcelo come per dire sei mio, solo mio, sei stato e sarai per sempre il mio Marcelo. E i baci, le carezze, gli abbracci non si fermano mai ed i nostri corpi ondeggiano sotto le lenzuola tra passione ed infinita dolcezza. Domenica passa in sordina tra visite al Main Tower ed al Giardino botanico, alla casa di Goethe ; tutto scandito dal buon mangiare, dalla buona compagnia e dalla nostra perfetta intesa. Poi Marcelo non si fa problemi a staccare il telefono quando è in mia presenza. Ma le chiamate di lavoro rappresentano un continuo disturbo. Però rendersi reperibili in caso di necessità è senza dubbio un fattore ed un punto centrale della sua attività. Marcelo ed io pronti a ritornare insieme a Milano! Di lunedì sento sempre la pesantezza dell’inizio settimana, però ho il mio amore con me. La mano di Marcelo sulla mia mi conforta. Con gli appuntamenti spostati, Marcelo pensa di poter essermi d’aiuto, mercoledì dobbiamo andare a Madrid e poi a Parigi, o prima Parigi e poi Madrid. Sono ancora con la testa fra le nuvole. All’aeroporto di Malpensa arriviamo in orario. Prendiamo i bagagli, ritiro la mia macchina e ci dirigiamo verso il mio appartamento. Più ci avviciniamo, più mi rendo conto che l’ansia mi assale ed un certo brivido mi cammina lungo la schiena. Marcelo dice di calmarmi. Non pensa che il mio ex si possa spingere così oltre. Invece no, appena arrivati dentro casa, apro le finestre e sotto mi ritrovo il molestatore che vuole a tutti i costi dare spettacolo. Marcelo ed io scendiamo, intenti a farlo desistere soprattutto per lui e per la sua famiglia. Però lui comincia ad inveire, a perdere la calma, mi dà della puttana di fronte al mio uomo, continua a dichiararsi l’unico che abbia mai saputo trombarmi. Una serie di volgarità che sono state messe a tacere dall’arrivo dei carabinieri. Sono decisa a denunziare questo pezzo di bastardo, lo voglio a centinaia di chilometri lontano da me e dietro le sbarre. Marcelo rimane senza parole, non si sarebbe mai aspettato un exploit così fuori dalla portata, però di fronte allo sviluppo della situazione, è più che deciso a non lasciarmi da sola. “Dove vado io, mi segui. E’ deciso. A Milano tu non puoi più rimanere senza di me.” Anch’io sono d’accordo. Insieme a Marcelo devo andare in caserma per sporgere denunzia. Il mio calvario dura da troppo tempo. E se io non avessi avuto Marcelo vicino a me, che fine avrei fatto? Chiudo gli occhi, ispiro l’aria dell’ottobre autunnale. Milano è sotto un banco di nebbia. Insieme a Marcelo ritorniamo nel mio appartamento. Per quanto tempo lo chiamerò ancora il mio appartamento? Sono stanca, voglio andare a dormire, ma Marcelo mi ferma. Prima dobbiamo parlare, dobbiamo chiarire i nostri pensieri, non chiuderci a guscio senza esprimere il nostro disagio per l’accaduto. “Sono contento che hai denunziato quel delinquente. Come stai?” “Sono senza parole, però ringrazio il Signore per avermi aperto gli occhi. Adesso sono contenta di avere te nella mia vita. Non voglio parlare di Mirko; però essere lasciata da lui è stata la mia fortuna. Sarebbe finito tutto in un altro modo, io vittima e lui carnefice. Solo aver detto queste parole mi fa venire il fiato corto, un nodo di paura che mi impedisce di respirare. Come nei giorni che tu non c’eri vicino a me e questo animale mi tormentava con i suoi appostamenti e le sue chiamate a vuoto. Vuoi sapere qualcosa in più sulla mia sofferenza?” Mi giro e guardo Marcelo dritto negli occhi: “Sentirsi dare della puttana non è una cosa da mandare giù facilmente. Pensare di vendere casa per paura di un delinquente è oltremodo drammatico. Però sono pronta ad andare avanti solo perché tu sei l’uomo giusto per me, il mio amore. Perciò metterò in vendita la casa per seguirti.” La mia confessione lo sconvolge. Però mi abbraccia e mi accarezza la fronte e la testa. “Non devi vendere la tua casa. Qui verremo ogni qualvolta vogliamo tornare a Milano. Ti amo. Ti starò sempre accanto. Te amo mi vida.” Rassicurata dalle sue dichiarazioni d’amore, voglio andare a dormire. Domani e dopodomani saranno giornate piene. Preparare valigie su valigie, sistemare e lasciare in ordine un paio di cose che mi erano rimaste in sospeso. Mercoledì chiudo la porta del mio appartamento; lascio la macchina in un garage sotto custodia e sono pronta a dire arrivederci alla mia Milano. Nel decollo percepisco con tanto dolore nell’anima che lascio la mia città per mettere le basi altrove ,dove c’è qualcuno che mi ama. I miei genitori, i miei conoscenti, i miei parenti sembrano delle figure così lontane che neanche li ho avvisati della mia partenza. A mia madre ho fatto una chiamata dicendole che sarei partita ma che pensavo di rientrare entro fine mese. Non si è scomposta più di tanto. Come in quelle notti buie che rimanevo sola e lei col nuovo marito non rispondevano ai miei pianti. Chiudo questo capitolo della mia vita con la speranza che Marcelo possa darmi un po’ di amore e compagnia." Da RIFLESSO DI ME BY MIHAELA CIOCODEICA

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