lunedì 7 novembre 2016

Riflesso di me-il seguito del capitolo di ieri-

"A portata di mano tengo sempre un rossetto, così me lo passo sulle labbra. Sono contenta a metà del mio aspetto. Va bene, dopo essere lasciata dal mio moroso, devo mostrare un po’ di sofferenza. Il volto però è al massimo del suo splendore. Non devo badare così tanto alla mia faccia. Ma non riesco a farne a meno. Il mio sorriso, i miei denti bianchi, la malizia dello sguardo sono il mio biglietto da visita. E di malizia ho da vendere. Avrei voluto regalarla anche a Silvia. Quel poco da renderla più femminile, meno antiquata. Ma mi sa che l’antiquata sono io, con il mio tacco alto, con i capelli in ordine, con la mia precisione quasi noiosa. Salgo e busso. Non mi piace mai suonare il campanello. Preferisco avvisare della mia presenza con un secco ” toc-toc”. All’improvviso, la porta si spalanca e di fronte a me non trovo Silvia, ma un uomo sui quarantacinque anni, di corporatura asciutta, atletica, con delle linee del viso armoniche con l’intero fisico. Mi guardo intorno ed indietreggio, balbettando una scusa a bassa voce. “Mi scusi, avrò sbagliato appartamento”. Di sicuro, la rottura con Mirko mi ha causato un po’ di malore. Poi sento la voce di Silvia che mi invita ad entrare. “Mica ti spaventa un uomo!” La sua frecciatina caustica. Sempre mi ha apostrofato per i miei modi. Come d’altronde anche io. Ce ne siamo dette delle belle durante questo ventennio. Silvia è in bagno e lo sconosciuto che fa gli onori di casa mi intriga oltremodo. “Mi chiamo Marcelo, sono il direttore editoriale della R.Publishing House, la divisione spagnola”. “Muy encantada!” replico in uno spagnolo elementare. Gli occhi di Marcelo si posano su di me, fotografa a raggi ultravioletti il mio corpo. Poi si ferma sul mio fondoschiena sembrando di apprezzare il mio bell’aspetto. “Mannaggia!” penso,” Potevo rendermi più presentabile!” Però l’arrivo di Silvia interrompe questo scambio muto di sguardi. “Allora hai avuto tempo di presentarti? Se non l’hai fatto già aspetta che ti presento io”, dice Silvia senza avere la pazienza di ascoltarmi. Così, su due piedi mi introduce al suo ospite: “Marcelo ti presento Helene, la mia cara amica, una bravissima traduttrice, ma una lagna fuori dallo ambito lavorativo. Ed è pure una frana nella vita privata. Tant’è vero che si è messa con un ragazzo per crescerlo ed accudirlo”. Che imbarazzo! Sento il sangue ribollire nelle vene. Non è giusto che lei parli in questo modo di me. Le guance stanno prendendo a fuoco. Silvia sa che sono permalosa. E continua a farmi soffrire sempre con le sue pugnalate verbali. Ho pensato che forse sotto la sua vena cinica ci fosse un po’ di invidia nei miei confronti." Dal racconto "RIFLESSO DI ME" By Mihaela Ciocodeica

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