
giovedì 10 novembre 2016
Ed eccomi nuovamente pronta a proporvi un'altra pagina di Riflesso di me...non potevo mancare all'appuntamento quotidiano con i miei lettori. Buona lettura.
"Con tutta la sua calma, Mirko ha impiegato un’ora per raggiungermi. Non ci siamo nemmeno
guardati. Ho abbassato solo il finestrino per prendere quel mucchio di chiavi. E ho chiuso senza
dirci niente. Ed eccomi qui con un mucchio di chiavi fra le mani, dopo due anni come una tipa
qualunque .Sembra di ritrovarmi con un pugno di mosche fra le mani.
La mia macchina è l’unico testimone del mio disagio. Scendo e sono pronta ad affrontare la
solitudine del mio appartamento, della mia vita.
Come nel passato quando ero pronta ad affrontare il buio della notte tutta sola. La mamma non
c’era perché lavorava anche nei turni notturni. E’ un medico dirigente del reparto di Cardiologia.
Mio padre, noto commercialista ha lasciato la nostra famiglia per un altro nido. Con altri figli ed
altre prospettive future. Io non ho mai fatto parte dei suoi piani.
All’età di tredici anni, mia madre trovò un altro compagno. Si sono sposati col rito civile ed io mi
sono allontanata ancor di più.
Giro le chiavi nella serratura. Il buio mi crea disagio. Accendo le luci in tutta la casa e apro le
finestre. Le spalanco. Voglio l’aria della notte sul mio viso, voglio che l’aria mi penetri dentro la
pelle.
Vado poi in bagno. Mi strucco e mi lavo la faccia. Il volto al naturale sembra stanco, appesantito.
Non vedo l’ora di mettermi sotto le coperte. Spero in un sonno riparatore.
Da domani mi aspetterà un lavoro che mi coinvolgerà corpo ed anima. Mi butterò nella traduzione
di “Germinal” di Zola.
Devo approfondire le versioni precedenti per evitare di cadere in delle trappole linguistiche che di
solito comportano le traduzioni letterarie.
Questo è un lavoro che non mi è stato commissionato ma che desidero proporre al mio editore .
“Germinal” è sempre stato il mio chiodo fisso. Perciò da domani mi metterò a confronto con la mia
sensibilità e la mia capacità di interpretare stilisticamente il linguaggio di Zola.
Nel letto c’è ancora l’odore di Mirko. Prendo il suo cuscino fra le mani. Appoggio il mio volto e
comincio a piangere. Il mio pianto è selvaggio. Non riesco a fermarmi. Ancora piango. Come nella
mia stanzetta da adolescente. Prosegue il mio sfogo. Mi sento un po’ meglio. Chiudo gli occhi, ma
nelle orecchie mi rimbombano le parole di Silvia.
Con la musica dei Beatles mi addormento. Yesterday all my troubles seemed so far away …
L’aria della notte mi permette di sprofondare dopo un giorno di stanchezza ed un po’ di dolore. "
Da RIFLESSO DI ME
BY MIHAELA CIOCODEICA
FOTO BY PETR KRATOCHVIL

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