domenica 6 novembre 2016

Anche oggi continuo a proporvi il seguito del racconto "Riflesso di me", un racconto inedito.

E Silvia ha avuto ragione. Ha azzeccato appieno le sue previsioni. Il suo lecchino m’ha lasciata. Mannaggia a me! Sono sempre io a darmi la zappa sui piedi. Per arrivare alla casa della mia cara amica, devo attraversare tutta Milano , però non mi pesa. Questo tragitto lo faccio da più di vent’anni. Siamo come due sorelle, entrambe abbiamo il diploma linguistico e la laurea in lingue. Silvia fa la giornalista per una nota testata, veste sportivo, porta i capelli corti. Ama la corsa e gli animali. Si sposta sempre in moto. Ci separa un mondo però ci avvicina tutto. Ci vogliamo troppo bene. Sembriamo agli antipodi, ma alla fine condividiamo l’amore per la buona letteratura, per le storie che trasmettono un messaggio. Che ridicola che sono! Mi metto a promuovere una letteratura … Dovrei pensare al mio futuro senza Mirko ma mi rendo conto che sto pensando solo alle sue parole. Forse è stato un ragazzo che non ho amato, mi ha fatto solo comodo la sua compagnia. Il telefono squilla ed io metto in attesa il mio cervello. E’ Silvia. Finalmente è riuscita a vedere la mia chiamata. Lei non risponde mai alle chiamate, prima deve digerire bene l’intrusione di qualche estraneo e perciò è sempre lei a richiamarmi. Odia la tecnologia. Si rifiuta di usare quasi tutto, ma siccome tutto è indispensabile(i pad, i phone, notebook) ,Silvia si vede costretta quasi sempre a rivedere la scala delle sue necessità. Il suo atteggiamento non l’ho mai condiviso, ma le ho dato la piena libertà di non rispondermi quando la chiamo al cellulare. So che lei mi avrebbe rintracciata in un secondo momento, perciò niente panico! Mi sono dilungata troppo con le spiegazioni e devo rispondere a Silvia. Il mio i phone squilla da un po’. “Pronto, Helene, come mai non prendi questo cavolo di chiamata? “ Un po’ stanca le rispondo tranquilla. “Cara, sono in macchina e fra poco arrivo da te”. “Sei pazza, adesso me lo dici? Ma che c’hai in testa. Voglio stare serena stasera e non voglio ascoltare le tue lamentele .” “Sto arrivando.” E attacco. Continuo a guidare senza essere troppo stranita dalla reazione della mia amica. Silvia protesta in questo modo. Fin dai tempi dell’università si ribellava alle mie lamentele riguardo i professori, gli esami, e mandava tutti a quel paese includendo anche me. Un cinico “vaffan”… la riappacificava col mondo. E di seguito la sua ribellione diventa la sua natura. Perciò senza alcun problema, accosto la macchina vicino al viale dove si trova il suo bilocale. Citofono e senza aspettare la sua risposta, estraggo dalla borsa rigorosamente Vuitton il mazzo di chiavi della sua abitazione. Silvia è in possesso delle chiavi di casa mia, io detengo le chiavi di casa sua. E’ normale che io possa andare a ritirare la posta quando lei non c’è oppure nutrire i pesciolini quando va in vacanza. Anche lei era abituata ad innaffiare le mie piantine quando mi trovavo fuori città per lavoro. Ma da quando Mirko si era messo con me ,lei smise di usare quelle chiavi. Meglio pensare al presente. Nell’atrio del palazzo vedo uno specchio, mi fermo per studiarmi. Non vorrei passare per una trascurata. " Da Riflesso di me By Mihaela Ciocodeica

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